MARINA VERDENELLI
Cronaca

Nozze negate, Comune alle strette: "Il nullaosta del consolato non basta per le pubblicazioni di matrimonio"

Un imprenditore anconetano e una siriana volevano sposarsi a settembre. Ora c’è un ricorso in atto

Strada in salita per i due sposi che devono combattere con la burocrazia per vedere coronato il loro sogno d’amoree. Mancherebbe infatti un documento da parte della Siria

Strada in salita per i due sposi che devono combattere con la burocrazia per vedere coronato il loro sogno d’amoree. Mancherebbe infatti un documento da parte della Siria

Le nozze negate a una cittadina siriana e a un anconetano per la mancanza di un visto del ministero degli Interni del paese arabo, rischiano di diventare un caso. Secondo il Comune, l’atto presentato dall’imprenditore anconetano, ovvero un nullaosta rilasciato dal consolato siriano a Vienna e che autorizza la donna a sposarsi, non è sufficiente per la pubblicazione delle nozze.

Sulla vicenda ieri Palazzo del popolo è intervenuto con una nota. "Il documento depositato dal ricorrente (ovvero il futuro sposo ndr) non costituisce un nullaosta al matrimonio definitivo. Questo documento presuppone una precedente autorizzazione del ministero dell’Interno siriano mai depositata all’ufficio Stato Civile, senza peraltro indicarne il contenuto e la norma sottostante. Tale circostanza ha impedito quindi all’ufficiale dello Stato Civile ogni valutazione circa la possibilità di disapplicare – come la normativa vigente consentirebbe – eventuali disposizioni contrarie a norme e principi costituzionali o di ordine pubblico ed effettuare comunque le pubblicazioni".

La nota inviata ieri in redazione non indica gli uffici o i dirigenti interpellati sul caso pubblicato ieri dal Carlino. Un matrimonio civile tra un imprenditore anconetano di 50 anni e una siriana di qualche anno più giovane. Le pubblicazioni delle nozze sono state respinte dall’ufficio comunale e la coppia è ricorsa alle vie legali. Il nostro giornale, letta una delibera di giunta pubblicata sull’albo pretorio del Comune, fruibile a tutti e in segno di trasparenza per rendere note le attività di governo alla cittadinanza, ha riportato la notizia che il Comune ha dato incarico al proprio ufficio legale interno a resistere in giudizio contro il ricorso presentato in tribunale dall’imprenditore anconetano, attraverso il suo legale, l’avvocato Mario Antonio Fusario, ritenendo illegittimo il rifiuto opposto dall’ufficiale dello Stato Civile alla richiesta di pubblicazione del matrimonio.

Mancherebbe un visto, abbiamo scritto, del ministero dell’Interno in Siria, uno Stato che approva le nozze solo tra correligionari, della stessa religione. Su questo siamo in linea su quanto replicato dal Comune. L’udienza per il ricorso in tribunale è stata fissata per aprile. Il Comune, sempre nella nota, spiega come la cittadina siriana è "residente all’estero in paese diverso da quello d’origine". Il documento depositato dal futuro sposo (il ricorrente) "non costituisce un nullaosta definitivo al matrimonio". "Se il documento avesse contenuto un richiamo alla necessità di conversione all’Islam dello sposo – continua il Comune - questa condizione si sarebbe potuta rigettare in quanto contraria al nostro ordinamento. Le pubblicazioni non sono state fatte per un cavillo ma perché l’ufficiale di Stato Civile non era in possesso delle indispensabili e definitive informazioni. Il rifiuto è stato un atto dovuto proprio perché i motivi ostativi al matrimonio in ogni stato possono essere molteplici, non necessariamente di stampo religioso e non necessariamente riguardanti situazioni contrastanti con il nostro ordinamento".