Ottengono un alloggio popolare. Ne comprano un altro per il figlio

La storia è emersa ieri in Consiglio: "Le case abusive ci costano 800 mila euro di risorse non recuperate"

Ottengono un alloggio popolare. Ne comprano un altro per il figlio

Ottengono un alloggio popolare. Ne comprano un altro per il figlio

"Le case abusive ci costano 800mila euro di risorse non recuperate negli anni". A dirlo ieri in risposta a un’interrogazione urgente della consigliera Patrizia Serangeli (Fratelli d’Italia) è stato l’assessore al patrimonio Angelo Eliantonio. Durante il dibattito è emersa una storia emblematica, quella di una famiglia assegnataria di una casa popolare che dopo anni ne ha acquistata un’altra e nell’alloggio sociale ci ha messo dentro un figlio. La cosa è stata scoperta per fortuna. Un lavoro congiunto tra gli uffici patrimonio e servizi sociali, 110 alloggi in ricognizione, 85 quelli occupati ma solo 24 quelli con regolare contratto. Si condensa così l’attività di verifica portata avanti dagli uffici comunali su mandato degli assessori Eliantonio e Caucci. In una nota diffusa dal Comune si evidenzia che degli 85 alloggi occupati, 22 sono requisiti (dal Comune per far fronte a gravi ed urgenti necessità), 35 con regolare assegnazione e regolare contratto Erap; 18 assegnazioni di vecchia data a cui non ha fatto seguito regolare stipula di un contratto; 6 assegnazioni senza titolo (collocazione in alloggi comunali in condizione di disagio cui non è seguito nessun atto amministrativo); 2 in manutenzione; 4 liberi a breve. Altri 23 sono collocati nella zona di via Marchetti-via Pergolesi ma non stati assegnati perché in attesa dell’intervento di riqualificazione del progetto Bando Periferie. Le irregolarità accertate nei casi limite risalgono a 18 anni fa: "Situazioni conclamate verso le quali non era stata avviata nessuna procedura per la loro regolarizzazione _ hanno spiegato i due assessori _. Perlopiù si tratta di intestatari che non hanno corrisposto per anni il canone di affitto, in altri casi passaggi di titolarità, per esempio padre-figlio, non autorizzati. Gli ammanchi più copiosi per l’amministrazione si aggirano attorno agli 80mila euro per arrivare a un importo complessivo di circa 800mila euro per i soli casi analizzati fino ad oggi. Gli uffici hanno predisposto l’invio di una lettera dai servizi sociali anche per i casi in cui la pratica è transitata attraverso l’ufficio patrimonio. L’intenzione è quella di applicare una assistenza trasversale a tutti i casi che devono essere trattati".