MARINA VERDENELLI
Cronaca

Paura nella notte di Halloween. Bimbo contro la vetrata del bar. Ora la titolare dovrà risarcire

La sentenza è arrivata dopo un lungo iter giudiziario: alla famiglia 3400 euro

La sentenza è arrivata dopo un lungo iter giudiziario: alla famiglia 3400 euro

La sentenza è arrivata dopo un lungo iter giudiziario: alla famiglia 3400 euro

Esce con gli amici per festeggiare Halloween, passando casa per casa e negozio per negozio chiedendo la celebre frase "dolcetto o scherzetto?", quando finisce con la testa contro la vetrata di un bar. A sfondare il pannello è stato un bambino di 9 anni che è rimasto con il corpo mezzo fuori e mezzo dentro, con i pezzi di vetro sopra di lui a mo’ di ghigliottina. Nell’urto il minorenne si è ferito alle gambe con una prognosi di 18 giorni. Non si sarebbe accorto della presenza della vetrata, e nel tentativo di voler entrare per primo nel locale ci ha sbattuto contro causandone la rottura. Per il piccolo uno spavento tremendo e anche per i genitori che dopo l’accaduto hanno denunciato la proprietaria del bar per le lesioni subite dal loro figlio. Rappresentati dall’avvocato Marco Chiarugi e Paolo Campanati hanno ritenuto che la vetrata dell’esercizio commerciale "non era conforme alle norme antinfortunistiche e di sicurezza – hanno sostenuto i legali – poiché se lo fossero state non si sarebbe mai verificato un simile evento".

La vicenda, che risale al 31 ottobre del 2018, in una frazione del comune di Polverigi, è finita in un vortice giudiziario. Prima davanti al giudice di Pace, poi davanti al tribunale ordinario, dopo ancora in Cassazione che ha rimandato gli atti al tribunale ordinario ma solo per gli effetti civili (in termini di risarcimento) ritenendo applicabili le norme sulla sicurezza del lavoro lamentate dai familiari del bambino. E’ dei giorni scorsi la sentenza a favore dei genitori del bambino, emessa dal giudice Roberto Evangelisti. La barista, 63 anni, più l’assicurazione che era stata chiamata come responsabile civile, dovranno risarcire familiari e bambino di 3.400 euro.

Quando ci fu l’incidente erano le 18 e il bambino si trovava anche in compagnia di adulti che stavano accompagnando il gruppetto di amici a chiedere caramelle. Aveva una maschera e si era diretto verso la porta centrale quando l’ha sfondata subendo ferite multiple agli arti inferiori. Quel giorno fu portato in ospedale da una ambulanza. Il giudice di Pace aveva assolto la barista perché il fatto non sussiste. Non avrebbe avuto l’obbligo di vetri antisfondamento. Il tribunale ordinario aveva rigettato l’appello fatto dai familiari del bambino per lo stesso motivo. La Cassazione invece ha accolto il ricorso ritenendo applicabili le norme sulla sicurezza sul lavoro.

Marina Verdenelli