"Penso ai ristoranti e mi deprimo"

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Stanchi di lavorare così, con pochi incassi e tanto impegno ma consapevoli che c’è chi sta peggio di loro. "Se penso ai ristoratori io mi ritengo fortunato - ammette Franco Novelli, contitolare del bar pasticceria Vecchia Ancona, a Brecce Bianche - perché loro senza la possibilità di aprire perdono pranzi e cene. Noi un po’ lavoriamo anche se la situazione è difficile perché si fa un quarto di quello che facevamo in tempi non di pandemia".

Novelli spiega che un conto è prendere un caffè e berlo dentro al bar e un conto è prenderlo ed uscire fuori con un bicchiere di polistirolo. "Con il rosso e l’arancione non si lavora - continua il barista - avere clienti che possono consumare all’interno vuol dire che c’è più lavoro per noi perché hanno modo di consumare di più. Però ripeto siamo più fortunati rispetto a ristoranti e pizzerie. Vedo gente stanca di questa situazione, un cliente giorno fa ha tirato un pugno su una brioche che gli avevo dato, l’ha ridotta una sottiletta, è tutto perché gli avevo detto che non poteva rimanere dentro a consumare. Siamo messi così, ci tocca dire di continuo alle persone di uscire, di non rimanere fuori a mangiare, di non sostare all’ingresso. Non se ne può più". Alla Vecchia Ancona aspettano che la regione entri almeno nel giallo anche se sono consapevoli che "dipenderà molto dai contagi - dice Novelli - se calano passiamo sperare in un cambio di colore altrimenti no". Il bar-pasticceria è rimasto sempre aperto per dare un servizio anche se solo d’asporto. "Abbiamo lavorato a Pasqua e a Pasquetta - continua il barista - ormai cerchiamo di esserci sempre, siamo due soci, facciamo sacrifici e cerchiamo di tenere duro". Nemmeno loro andranno domani alla manifestazione indetta dalla Fipe-Confcommercio perché "altrimenti dovremmo tenere chiuso - aggiunge Novelli - e non possiamo permettercelo".

ma. ver.