Portonovo chiusa alle auto. Lo studioso non ha dubbi:: "Ci sono benefici per tutti"

Il professor Paolo Seri, docente di Economia Politica a Enna, collabora con la Politecnica: "La ciclopedonale è un esempio bellissimo. L’obiettivo è quello di combattere la CO2".

Portonovo chiusa alle auto. Lo studioso non ha dubbi:: "Ci sono benefici per tutti"

Portonovo chiusa alle auto. Lo studioso non ha dubbi:: "Ci sono benefici per tutti"

Mobilità e città: verso una post-car city. E il professor Paolo Seri, docente di Economia politica all’università di Enna, lancia una proposta: "Si chiuda al traffico la strada che scende a Portonovo". Seri è stato ospite dell’incontro organizzato da due Gas, i Gruppi di Acquisto Solidale, del capoluogo dorico, DagoGas e Gas.Tigo. L’evento si è svolto alla Casa delle Culture, alle 17.30, nella sede dell’ex mattatoio di Vallemiano. Seri, esperto del settore, collabora con il Centro per l’innovazione e l’imprenditorialità dell’Università politecnica delle Marche (Univpm) e ha conseguito un Dottorato di ricerca in Economics al Max Planck Institute for Economic Systems in Germania, pubblicando in diverse riviste internazionali su temi di economia urbana e regionale ed economia dell’innovazione e della cultura. "Enna ha la stessa conformazione di Ancona, è la provincia più alta d’Italia – ha detto il docente – Le città che presentano dei sali-scendi sono più difficili da vivere in bici, è vero. Ma il problema non è ‘bici sì’ o ‘bici no’. Piuttosto quanto sia l’utilizzo marginale della bicicletta, o di altri mezzi come il monopattino. Vede – ha spiegato – noi economisti ragioniamo in termini di utilità marginali. Cioè: l’ultimo chilometro che faccio in bicicletta deve darmi la stessa utilità dell’ultimo chilometro che faccio in auto, altrimenti non sarebbe razionale usare l’auto se l’utilità che ne traggo è minore dell’utilità che ne trarrei andando in bici. Quindi è importante capire cosa contribuisce a definire questa funzione di utilità degli individui. Ad esempio, le infrastrutture dedicate alle bici, ma anche molto altro. E Ancona, su questo fronte, non è assolutamente pronta. La città è estremamente indietro. È stata realizzata una ciclabile, quella fra la stazione e il centro, che è impraticabile e che si usa come modello da non proporre altrove". Oggi l’inaugurazione della ciclopedonale del Conero. ‘Che ne pensa?’, chiediamo. "Che è un bellissimo esempio, per quanto io sia dell’idea che si potrebbe chiudere al traffico anche la strada che scende a Portonovo, con benefici anche per i portatori di interessi che ora non la pensano così". "In Europa, l’inquinamento di CO2 da auto può oscillare tra il 20% e l’80% nei centri urbani. L’auto è sovrautilizzata in Italia per una serie di ragioni storiche, urbanistiche e culturali. Inoltre, bisogna capire di quanto (e come) ogni città può ridurre questo inquinamento". Decisive le Pm10: "Sono spesso sottovalutate, ma le nostre auto rilasciano Pm10. Pensiamo al consumo delle gomme, o alle pasticche dei freni, il cui utilizzo provoca pulviscolo che contribuisce all’inquinamento". La soluzione? "Il modello di post-car city, diverso da quelli proposti in passato di ‘free-car’, come accadde a Berlino. Non si tratta di contrapporre l’uso dell’auto alla bici o a mezzi ecologici, ma di aumentare l’uso di questi ultimi fin dove possibile. Smettiamola di concepire i sistemi urbani solo come strade per spostarsi in auto da un punto all’altro, ma vediamoli soprattutto come luoghi aperti d’incontro anche involontario, come beni relazionali. Entra dunque in gioco l’aspetto culturale, perché il reddito può sì aumentare, ma si può non attribuire valore a queste cose". Nicolò Moricci