
Punto nascite bocciato dal Consiglio di Stato: "Continueremo a farci sentire dalla Regione"
Il Consiglio di Stato pone la parola fine sulla chiusura del punto nascita, respingendo il ricorso presentato nel 2020 dal Comune di Fabriano, dopo la bocciatura del Tar, ma la sindaca Daniela Ghergo non si da’ affatto per vinta. A oltre quattro anni dal Tar Marche pure il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato nel 2020 dal Comune contro la chiusura del punto nascita dell‘ospedale Engels Profili. Le sale travaglio e parto sono ormai inattive da oltre cinque anni: era febbraio del 2019. Successivamente anche il declassamento del reparto di Pediatria ancora oggi di fatto un ambulatorio, nonostante la presenza di 8mila bambini del comprensorio. Ecco che allora i neogenitori fabrianesi come le donne in gravidanza sono spesso costretti a migrare a Jesi o nel vicino ospedale di Branca in Umbria. "La chiusura del punto nascita di Fabriano – evidenzia il primo cittadino - è una vicenda che è stata gestita malissimo da tutti i soggetti coinvolti, vicenda che si chiude con una sentenza dall’esito scontato. Purtroppo a pagare le conseguenze sono stati unicamente i cittadini delle aree interne, che si sono visti privati di un presidio necessario e insostituibile. Nelle aree interne c’è solo il diritto di morire, non quello di nascere".
Il nodo della chiusura del punto nascita del Profili aveva provocato la mobilitazione della comunità e la nascita di un comitato proprio per chiederne con forza la riapertura. "Continueremo in ogni caso – aggiunge la sindaca - a chiedere con forza di far valere i diritti di un intero territorio". Per il Comune l’Asur avrebbe proceduto alla riorganizzazione delle sale parto "nonostante non ci fosse una chiara linea politica che parlava di soppressione del punto nascita di Fabriano". Secondo la giunta guidata dall’ex sindaco Gabriele Santarelli, nel percorso che ha portato alla chiusura del punto nascita "non è stato rispettato il fatto che i tagli della sanità si sarebbero dovuti sospendere fino al 2022 in quelle città che fanno parte, come Fabriano, del cosiddetto cratere sismico a seguito del sisma dell’agosto-ottobre 2016 scorso. Non sarebbe stata concessa un’agevolazione al punto nascita situato in un’area già seriamente indebolita e mancante dei servizi di trasporto da una struttura all’altra". Tra i punti evidenziati nel ricorso dell’amministrazione comunale c’è anche il fatto le vie di collegamento difficili per i territori interni.
Sara Ferreri