"Quella notte non ero in discoteca" La giudice non ammette i testimoni

Alla sbarra l’ottavo della banda dello spray, il bolognese Marchi. La difesa aveva chiesto di senti l’autista e un ragazzo che erano stati alla Lanterna: persone che poi non erano finite nel procedimento

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di Marina Verdenelli

Sarà tutto sulle carte dell’indagine il processo per Riccardo Marchi, 23 anni, bolognese, presunto ottavo membro della banda dello spray che agì alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Per una sostanza a base di peperoncino, spruzzata per derubare i presenti di collanine d’oro ci furono sei morti dopo una fuga di massa. La gup Francesca De Palma ieri ha respinto la richiesta della difesa, l’avvocato Cristiano Prestinenzi, di un rito abbreviato condizionato a sentire due testimoni ritenuti importanti per dimostrare che l’imputato quella notte non c’era in discoteca. Marchi sarà processato il 30 marzo con il rito abbreviato semplice.

"Non condividiamo la decisione – ha commentato il legale – perché avremmo chiarito l’estraneità dei fatti del mio assistito. Noi chiedevamo di sentire un autista e un ragazzo che sono stati alla Lanterna quella sera, due persone che non sono poi finite nel procedimento e ampiamente sottovalutate. Vorrà dire che l’esclusione dei due testimoni sarà eventualmente motivo di ricorso di appello". Marchi, che non conoscerebbe gli altri della banda ad eccezione di uno, Andrea Cavallari, con cui avrebbe condiviso l’auto per arrivare in discoteca, ieri non era in tribunale. Su di lui non c’è stata mai nessuna misura cautelare chiesta e attualmente è libero. La sua posizione era emersa in un secondo momento come componente della banda, approfondendo elementi sui primi componenti del gruppo specializzato in furti di monili d’oro, e dopo la richiesta delle misure cautelari dei sei arrivate a pochi mesi dai fatti. Il ruolo del 23enne non era stato ancora bene definito e solo nel 2021 i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai chiesero il processo anche per lui. A Marchi le accuse contestate sono le stesse degli altri, ad eccezione dell’associazione a delinquere, quindi omicidio preterintenzionale plurimo, furto, rapina e lesioni. La Procura lo ritiene responsabile, al pari degli altri sei giovani della Bassa Modenese (uno è morto prima del processo), dei morti di Corinaldo.

Quella notte maledetta persero la vita alla Lanterna Azzurra 5 minorenni, Benedetta Vitali, Asia Nasoni, Daniele Pongetti, Mattia Orlandi, Emma Fabini e una mamma di 39 anni, Eleonora Girolimini. Rimasero schiacciati nella folla che si diresse verso l’uscita numero 3 della discoteca. Per i sei della banda già condannati in secondo grado, con pene che vanno dai 10 ai 12 anni di carcere (sono ancora tutti in prigione in misura cautelare), è attesa per il 12 dicembre prossimo la Cassazione, l’ultimo grado di giudizio. Sono Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Raffaele Mormone, Moez Akari, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah.