
"Questioni etiche, pace: è ’Anima’"
Ha un tema ambizioso la decima edizione di ‘Cinematica’, festival multidisciplinare dedicata al rapporto tra immagine e movimento nelle arti visive e performative: ‘De Anima’. Dopo un omaggio alla mitica danzatrice e coreografa Carolyn Carlson (da venerdì a domenica), tra Ancona e Osimo, il festival ideato e curato da Simona Lisi entrerà nel vivo nel capoluogo dal 26 al 29 ottobre.
Lisi, l’anima evoca l’universale e lo spirituale. Invece oggi dominano guerre e divisioni, oltre a una tecnica che si è spinta fino all’intelligenza artificiale.
"E’ il momento di affrontare questo tema, perché se ne parla troppo poco, o lo si relega ad ambiti patologici, psichiatrici o religiosi. Robotica e intelligenza artificiale pongono questioni etiche. Sono argomenti di cui si discuterà nel talk dedicato a corporeità e nuovi media. Il festival è stato pioniere nell’analizzare questo rapporto. Ci sarà anche un sacerdote che si occupa di apostolato digitale".
Una delle ‘chicche’ è la proiezione del film ‘L’arpa Birmana’ di Kon Ichikawa, un vero inno alla pace.
"Sarà proiettato in anteprima regionale, restaurato in 4K dalla Cineteca di Bologna. E’ un film iconico, simbolo di antimilitarismo, e conferma che i popoli orientali sono più ‘avanti’ di noi riguardo alla spiritualità".
Il ‘messaggio’ di Carolyn Carlson invece qual è?
"Lei è una di quelle artiste che hanno cercato di dar voce all’anima, facendo di questo tema il cardine della loro carriera. Carlson vuole liberare il corpo dalle costrizioni, dalle tecniche, per fargli esprimere le nostre emozioni. Nel corpo c’è qualcosa di più profondo di quanto pensiamo".
Dal cinema alla musica: quella di Ryuichi Sakamoto, giapponese come Ichikawa, è ‘spirituale’ come poche altre.
"Gli rendiamo omaggio con una nostra produzione, un evento unico tra parola e musica con l’artista visivo Giuseppe La Spada, la cui carriera è stata segnata dall’incontro con Sakamoto, e il pianista e compositore Arturo Stàlteri, che ne eseguirà le musiche. La Spada lavora spesso in contatto con la natura".
C’è poi la performance della danzatrice sufi iraniana Rana Gorgani, l’unica derviscia rotante al mondo a esibirsi in pubblico.
"Può farlo perché vive in Francia. In Iran alle donne è vietato. Possono esibirsi solo in privato. Volevo portare al festival una danza sacra. Quella Sufi è forse la più ‘forte’, come molto forte è la scelta fatta da Gorgani. La sua è una forma di ribellione. Sappiamo che in Iran alle donne è vietato perfino mostrare i capelli".
Raimondo Montesi