Rapinata del telefono, altri due bulli in carcere

La squadra mobile ha arrestato gli autori dell’aggressione a una studentessa che il 30 novembre camminava verso via Montebello

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di Alberto Bignami

Appena poco più di un mese di indagini, ed ecco che in carcere sono finiti altri due giovanissimi appartenenti a baby gang, ritenuti gli autori della rapina messa a segno nei confronti di una studentessa, avvenuta lo scorso 30 novembre in Largo Donatori di Sangue, nei pressi della centralissima piazza Pertini. Gli arresti, avvenuti all’indomani di un altro effettuato dai carabinieri della Stazione di Ancona Centro, sono stati effettuati dai poliziotti della Squadra Mobile, diretti da Carlo Pinto. All’Istituto Penitenziario Minorile di Bologna sono finiti un 16enne e un maggiorenne (quest’ultimo ha compiuto la maggiore età a metà dicembre, dunque era ancora minorenne all’epoca dei fatti ndr), entrambi anconetani di seconda generazione. Le accuse sono quelle di rapina, con l’aggravante di aver commesso il fatto in concorso tra loro e mettendo la vittima in stato di incapacità di agire. Erano circa le 20 quando in quel martedì di fine novembre la giovane studentessa aveva attraversato piazza Pertini dirigendosi poi verso via Montebello. Arrivata in Largo Donatori di Sangue, nel percorrere la scalinata che conduce alla via limitrofa, all’improvviso venne avvicinata dai due giovani che la sorpresero alle spalle. Uno le coprì da dietro gli occhi con le mani mentre l’altro le strappò l’iPhone con il quale in quel momento la giovane vittima stava parlando col fidanzato. I due ragazzini si dettero immediatamente alla fuga, lasciando nel terrore la ragazza che iniziò a chiedere aiuto a gran voce, tentando anche un breve inseguimento con la speranza che i due lasciassero il cellulare a terra. Incrociato un passante, fece chiamare subito il 112 e sul posto accorsero le Volanti della questura. I poliziotti iniziarono immediatamente le ricerche. Il lavoro della polizia, coordinato dalla procura della Repubblica presso il tribunale per i Minorenni di Ancona, lo ha permesso però dopo poco più di un mese, una volta iniziato l’esame di ogni singolo frame recuperato dalle telecamere cittadine e private, collocate in quella zona. Un lavoro certosino che ha permesso agli inquirenti di risalire alle identità dei due ragazzi. Venerdì pomeriggio i due ragazzini, dopo essere stati rintracciati nelle rispettive abitazioni dal personale della polizia, sono stati accompagnati al carcere minorile di Bologna, dove si trovano a disposizione dell’autorità giudiziaria. Al giudice, quando verranno interrogati, dovranno anche spiegare che fine ha fatto quell’iPhone di cui si è persa ogni traccia. Che sia poi stato rivenduto?

Di sicuro "l’efficace, puntuale coordinamento della procura per i Minorenni di Ancona – ha detto il questore Cesare Capocasa - ha consentito di dare una risposta significativa ed esemplare a garanzia della sicurezza pubblica". Da oltre 3 mesi la polizia, con l’ausilio dei Reparti Prevenzione Crimine, su sollecitazione del prefetto in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, i controlli mirati nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle baby gang ha permesso di arginare e prevenire fenomeni di inciviltà gratuita e talvolta di illiceità e degrado, restituendo tranquillità a esercenti e cittadini vedendo inoltre l’emissione di 85 Fogli di Via Obbligatori; 45 Daspo Urbani e 38 Avvisi Orali.