MARINA VERDENELLI
Cronaca

Ricercato per coltellate e rapina. Lo trovano intossicato da monossido

Blitz della Mobile in uno stabile a Collemarino, insieme al tunisino una coppia di ragazzi storditi dal gas

Lo stabile di via Ricci, a Collemarino, dove i tre ragazzi dormivano: le stanze erano sature di monossido di carbonio. Sulle cause indagano gli investigatori della squadra mobile. Tempestivi e decisivi nel loro intervento

Lo stabile di via Ricci, a Collemarino, dove i tre ragazzi dormivano: le stanze erano sature di monossido di carbonio. Sulle cause indagano gli investigatori della squadra mobile. Tempestivi e decisivi nel loro intervento

Ricercato per aver accoltellato un 18enne, la polizia gli salva la vita trovandolo in stato comatoso in un locale commerciale ad uso abitazione e saturo di monossido di carbonio. Insieme a lui c’era anche una coppia di 20enni, ragazzo e ragazza, trovati storditi nel bagno. Poteva essere una strage se l’indagine velocissima dei poliziotti della squadra mobile, la sezione antidroga, non avesse portato martedì sera gli agenti davanti ad uno stabile in via Matteo Ricci 30, nel quartiere di Collemarino. I poliziotti, guidati dal vice questore aggiunto Carlo Pinto, erano sulle tracce di un accoltellatore tunisino, di 20 anni, che di pomeriggio aveva ferito con dei fendenti un 18enne, suo connazionale, per una sigaretta elettronica non pagata e del valore di 60 euro. I due, stando ai riscontri della polizia, si erano dati appuntamento in strada, a pochi passi dal forno Taccalite attomo alle 16. Il 18enne aveva contattato su Instagram l’altro perché doveva avere 60 euro per una sigaretta elettronica venduta ma non pagata. Il 20enne è arrivato all’appuntamento ma lì non avrebbe saldato nessun debito. Estratto un coltello ha ferito il 18enne per poi darsi alla fuga e lasciarlo sanguinante sull’asfalto. Dei passanti hanno chiamato il 112 e in via Ricci sono arrivati il 118, un’ambulanza e le pattuglie della squadra mobile. Dell’accoltellatore non c’era traccia. La polizia ha raggiunto il 18enne in ospedale, a Torrette, dove è stato portato per saturare i tagli ricevuti alla schiena e ad una mano. Il giovane è stato dimesso con 15 giorni di prognosi. Alla polizia ha fornito una descrizione dell’accoltellatore di cui non ha saputo indicare un domicilio ma gli agenti in poco tempo sono risaliti al responsabile, un soggetto già noto alle forze dell’ordine. Tornati in via Ricci hanno ripreso da lì le ricerche, seguendo delle piccole goccioline di sangue che hanno portato i poliziotti davanti alla vetrata del civico 30, una stradina laterale ad un immobile dove si trovano alcune attività e negozi. Erano quasi le 23. C’era sangue anche sul vetro. Hanno guardato attraverso le vetrate scorgendo un piede a terra, immobile. Poi hanno visto i fornelli di un piano cottura accesi, con nessuna pentola sopra. Hanno bussato animatamente sulle vetrate, suonato il campanello ma non rispondeva nessuno. I vetri erano anti sfondamento. Così sono stati chiamati i vigili del fuoco che per raggiungere il locale adibito ad abitazione hanno dovuto forzare l’ingresso di una vicina parrucchiera e bucare un muro di cartongesso confinante, per arrivare fino alle due stanze dove era stato avvistato il piede. A terra c’era il tunisino 20enne, ritenuto l’accoltellatore ricercato, privo di sensi. Nel box doccia, in bagno, c’era la coppia, stordita ma ancora vigile. La stanza era quasi satura di monossido di carbonio e i pompieri sono entrati con le bombole portando fuori tutti, anche un cane, un pastore tedesco trovato all’interno, in buona salute, di proprietà della coppia, una 20enne italiana di Ancona e un 20enne tunisino, irregolare sul territorio italiano.

I tre occupanti sono stati portati in ospedale, in ambulanza. La coppia è stata dimessa poco dopo, senza prognosi. E’ stata interrogata in questura. L’accoltellatore, denunciato per lesioni aggravate dall’uso dell’arma da taglio, ha lasciato volontariamente l’ospedale dove i medici gli hanno diagnosticato una sospetta intossicazione. I tre tunisini sono senza fissa dimora, arrivati in Italia da minorenni e con richiesta di protezione internazionale.