"Ridiamo anche di questa apocalisse"

Intervista ai comici PanPers che saranno venerdì al teatro La Fenice di Senigallia con lo spettacolo "BodyScemi"

"Ridiamo anche di questa apocalisse"

"Ridiamo anche di questa apocalisse"

Cambiamento climatico, conflitti globali, farine di insetti, intelligenze artificiali. C’è chi ci vede l’apocalisse, e chi invece l’occasione per ridere di un mondo sempre più grottesco. Sono i PanPers, comici, attori e conduttori, i quali tornano sul palco con uno spettacolo completamente nuovo, "BodyScemi", che andrà in scena al Teatro La Fenice di Senigallia venerdì (ore 21, biglietti disponibili sui circuiti TicketOne e Vivaticket; info 0859047726 e www.besteventi.it). "Passando dal politicamente scorretto al tendenzialmente giusto, da canzoni in classifica a sketch inclassificabili, i PanPers (Andrea Pisani e Luca Peracino) offrono agli spettatori una prospettiva fuori dal coro del bizzarro presente in cui stiamo vivendo", si legge nella presentazione dello spettacolo. Una visione rassicurante di una realtà incerta al grido di "se tutto deve andare a rotoli, che almeno sia uno spasso!".

Siete davvero ‘cattivi’ o il politicamente scorretto è solo un modo per far ridere di più il pubblico?

"La nostra vera sfida è fare battute politicamente scorrette senza essere offensivi. Non è che la nostra comicità possa essere limitata nell’ambito della ‘cinicità’. Quello che diciamo ha un senso. In realtà il politicamente corretto è giusto, ma non bisogna esagerare. Se no arriviamo al punto che non si può più dire niente".

Voi di cose ne dite parecchie...

"Diciamo che facciamo ricorso a un escamotage, un trucco. Parlando di un tema in modo ‘scorretto’ comunque lo affrontiamo, e sensibilizziamo il pubblico. Magari fai una battuta ‘cattiva’, ma la usi in un certo discorso. Il problema è quando manca il contesto. Un bambino, ad esempio, non può cogliere certe cose".

Ad esempio il fatto che mamma e papà diventino ‘genitore uno’ e ‘genitore due’?

"Questo argomento lo abbiamo già affrontato qualche anno fa. Il trend è passato. Parliamo invece della comunità LGBTQ+, visto che c’è tanto da dire. Come nasce, cosa significa... Sarà l’inizio dello spettacolo. Noi non prendiamo posizione. Raccontiamo fatti".

Ma c’è qualcosa che evitate, su cui non ritenete giusto ironizzare?

"Le religioni. Ecco, questo è un argomento che non trattiamo. Riguardo a tutti gli altri ci siamo informati. Anzi, diciamo che questo è il nostro primo spettacolo in cui ‘prima’ ci siamo documentati bene. Siamo molto soddisfatti di come stanno andando le cose".

Vi piace improvvisare?

"Noi siamo i primi ad annoiarci del ‘copione’. Per questo nei nostri spettacoli il pubblico è sempre protagonista. Ci parliamo, lo ‘includiamo’ negli sketch. Così gli spettatori si sentono ancora più coinvolti. Ci definiamo ‘rinnovatori seriali’. Fare due volte lo stesso spettacolo nello stesso modo ci manda in analisi".

Avete dei colleghi che vi hanno ispirato?

"Abbiamo amato il ‘giro’ di Ale e Franz, o Ficarra e Picone. Poi Pintus, e altri".

E la stand-up comedy, che spesso è piuttosto cattiva?

"No, come genere è un po’ lontano da noi".

Ma il mondo secondo i Panpers è più brutto o bello?

"Ci sono cose brutte, ma le vediamo in un’ottica ottimistica. Il comico ha il dover di dar notare le cose che non vanno, ma sdrammatizzando, con l’ironia e il sarcasmo".

Raimondo Montesi