GIUSEPPE POLI
Cronaca

Riforma giudiziaria nel mirino: "Non incide affatto sui processi. Sarà soltanto inutile e dannosa"

Il presidente della Corte d’Appello, Luigi Catelli in dissenso con la manovra voluta da Nordio. I magistrati entrano con la Costituzione ed escono alle parole del vice capo di gabinetto del ministero.

Il presidente della Corte d’Appello, Luigi Catelli in dissenso con la manovra voluta da Nordio. I magistrati entrano con la Costituzione ed escono alle parole del vice capo di gabinetto del ministero.

Il presidente della Corte d’Appello, Luigi Catelli in dissenso con la manovra voluta da Nordio. I magistrati entrano con la Costituzione ed escono alle parole del vice capo di gabinetto del ministero.

Nel giorno della cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario delle Marche, sfila la protesta contro la riforma della giustizia: la composta manifestazione delle toghe va in scena proprio durante l’intervento del presidente della Corte d’Appello, Luigi Catelli, e al termine dello stesso. Prima, infatti, giudici e pubblici ministeri dei tribunali del distretto marchigiano entrano nella sala auditorium della Mole di Ancona con in mano la Costituzione, poi si alzano e se ne vanno nel momento dell’intervento del vice capo di gabinetto del ministero di giustizia, Francesco Comparone. Per rientrare più tardi. Ma il dissenso nei confronti della riforma Nordio arriva anche dalle parole dello stesso presidente Catelli, sottolineate due volte dagli applausi dei magistrati in sala: "La riforma costituzionale in cantiere – dichiara infatti Catelli –, non è altro che una riforma della magistratura, o meglio dei magistrati, e solo di quelli ordinari. Giacché l’intervento, presentato come una riforma "epocale", da attuarsi in nome dell’efficienza e delle garanzie per i cittadini, in realtà non ha a che fare né con l’una né con le altre, non incidendo in alcun modo sull’attuazione del principio costituzionale della ragionevole durata del processo e sul recupero di effettività della giurisdizione". Una presa di posizione netta, confermata anche successivamente. Dunque per Catelli la riforma Nordio "sarà non solo inutile, ma dannosa, in quanto indebolirà l’azione della magistratura giudicante e altererà l’equilibrio tra i poteri dello Stato in favore di quello esecutivo, senza apportare alcun beneficio in termini di efficienza delle indagini garanzie difensive, durata dei processi e accertamento della verità processuale". Un pm "superpoliziotto", come lo ha definito il presidente: "Si vuole creare un pm separato il quale assumerà il ruolo di incontrastato vertice della polizia giudiziaria con la disponibilità di rilevanti risorse di personale tecnologiche, che agirà con una più spiccata autoreferenzialità e ancora più accentuato distacco o indifferenza della pubblica accusa rispetto alle sorti del processo e all’accertamento della verità". Insomma un pm con una formazione diversa da quella del giudice, "lontano dalla sua ottica e cultura della prova e del dubbio, che avrà il compito di vincere nel processo invece che di agire nell’interesse della giustizia". Catelli nelle sue conclusioni ha anche parlato degli attacchi alla magistratura, "tanto più allarmanti se provenienti da esponenti anche di alto rango delle istituzioni e se in grado di determinare un clima di palese intimidazione nei confronti di pronunce giudiziarie ’non gradite’". Alla cerimonia sono intervenuti anche il procuratore generale Roberto Rossi, Eligio Paolini, magistrato consigliere del Csm e Gianni Marasca, presidente dell’ordine degli avvocati di Ancona: "Il tema della riduzione dei tempi per i processi civili e penali è di interesse preminente dei cittadini non tanto e non solo perché possano avere una giustizia in tempi ragionevoli ma perché si possa avere la consapevolezza che l’eventuale sanzione sia la conseguenza di un’azione e non di una persecuzione. La verità processuale è stabilita sulla base di una sentenza e di un contraddittorio tra le parti. L’avvocato ama la ricerca della verità da offrire a chi ha il dovere e il compito istituzionale di trovarla e questo è un fondamento della nostra cultura della giustizia".