Rondoni rari nel tetto del campanile "Nidi artificiali, così li abbiamo salvati"

I lavori di ristrutturazione della chiesa di San Francesco potevano essere fatali per la specie protetta. L’associazione Ornitologi marchigiani: "Ora torneranno e la chiesa è diventata un Monumento vivo"

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di Marina Verdenelli

Nei fori del tetto di un campanile erano riusciti a nidificare e tornavano probabilmente ogni anno per mettere su famiglia. I lavori di ristrutturazione però potevano essere fatali per una colonia di rondoni pallidi, una specie rara di uccelli, diversi dalle comuni rondini, più chiari nel piumaggio, salvata grazie all’occhio attento dell’Associazione Ornitologi Marchigiani. Guardando e osservando il campanile della chiesa di San Francesco alla scale, cuore del centro storico della città, nel rione Guasco, due esperti rappresentanti dell’associazione, Fulvio Felici e Claudio Zabaglia, avevano visto i passaggi e il volo degli esserini neri alati che velocemente entravano e uscivano. "Abbiamo preso contatti con la Sovrintendenza che dirigeva i lavori – racconta Felici – chiedendo una soluzione di compensazione, che potesse non far fermare i lavori e che tutelasse il ritorno dei rondoni nelle stagioni calde. Questa specie infatti è attaccata al luogo dove prolifera".

Il campanile è stato oggetto di ristrutturazione a partire da gennaio 2019. Il restyling, andato avanti nel tempo, ha riguardato la volta semi disastrata della cella campanaria. Tra i transetti di cemento armato e le foratelle rimaste a vista dopo il cedimento dell’intonaco del soffitto nidificava una colonia di rondone pallido, protetta anche dalla legge (Convenzione di Berna). "Il restauro – spiegano Zabaglia e Felici – avrebbe determinato la sicura perdita del sito di nidificazione per la specie. Ma questo è stato scongiurato grazie ad un accordo che come associazione abbiamo preso con la Sovrintendenza Archeologica delle Marche. Finita la ristrutturazione è stato dato il via libera al posizionamento di sei nidi artificiali da noi realizzati". Sono sei cassette di legno e a distanza di tre anni i due ornitologi sono in grado di dire che "almeno la metà dei nidi artificiali apposti è stata occupata da coppie di rondoni pallidi, questo può contribuire a far salire la specie numericamente".

Il Carlino ha fatto un sopralluogo con i due esperti e ha visto, da lontano, le cassette ormai vuote perché la colonia è migrata. Ogni anno il rondone compie migliaia di chilometri per raggiungere il continente africano dove passa l’inverno. La presenza della colonia ha fatto guadagnare al campanile il titolo di "Monumento Vivo". Un riconoscimento che dà valore e che viene data dalla omonima associazione ad edifici che per le loro caratteristiche architettoniche è stato scelto da determinate specie animali che ne beneficiano, come i rondoni pallidi. L’associazione ora punta a realizzare proprio sotto il campanile, in un’area verde oggi off limits, che confina con il chiostro della chiesa (non accessibile al pubblico) un giardino fruibile alla città. Ha già presentato un progetto, denominato "Giardino laudato sì", nell’abito dell’iniziativa del bilancio partecipato edizione 2022, che è stato bocciato perché ritenuto troppo oneroso. Chiedevano un arretramento di 50 metri della recinzione che esiste su via Fanti, di pertinenza della chiesa, per pulire l’area e ricavane un giardino con panchine, fontana e piante che favoriscano la diffusione di insetti impollinatori oltre ad un cartello che spieghi l’esistenza nel campanile della colonia di rondoni. "Il progetto lo abbiamo riproposto – dice Zabaglia – in maniera ridotta e potrebbe essere integrato con un progetto che ha il Pungitopo e l’Università Politecnica delle Marche".