Ancona, rubano il Rolex al chirurgo mentre opera

Sparisce dal suo cassetto in un reparto sorvegliato, oltre diecimila euro di valore

Un intervento chirurgico

Un intervento chirurgico

Ancona, 19 febbraio 2019 - Il chirurgo opera e il suo orologio di valore, come per magia, sparisce. Succede anche questo all’interno di Torrette, il più grande ospedale delle Marche. Il fatto risale a pochi giorni fa, durante la scorsa settimana, proprio mentre azienda e questura presentavano i risultati, numerici e sociali, del giro di vite all’ingresso nel plesso di Torrette di malintenzionati, mendicanti e senza fissa dimora. Questa volta le categorie appena ricordate con il colpo grosso non c’entrano. Chi si è impossessato dell’orologio del noto medico di Torrette, primario di uno dei reparti di punta, non è un esterno, ma un dipendente dell’azienda, per la precisione qualcuno, uno dei tanti che, quotidianamente ha accesso al blocco operatorio del grande ospedale anconetano. Non stiamo parlando di un semplice reparto di degenza, dove le porte più o meno girevoli consentono l’ingresso in corsia potenzialmente a chiunque a seconda dei periodi della giornata. Qui siamo in un reparto sigillato per motivi di sicurezza, dove entrano soltanto gli autorizzati.

La cerchia dei potenziali sospettati si restringe. Molto dipende dalla decisione del medico che, al momento, non avrebbe deciso di avanzare alcuna segnalazione all’azienda ‘Ospedali Riuniti’. Si tratti di un modello di orologio molto costoso, di valore superiore ai 10mila euro, un Rolex. Il professionista lo avrebbe messo in un cassetto di sua competenza poco prima di entrare in sala per un intervento. Non è certo il primo e non sarà probabilmente l’ultimo caso di furto all’interno dell’ospedale regionale. Di episodi, anche eclatanti, ce ne sono sempre stati, soprattutto in passato: personale beccato con le mani nella marmellata, segnalato alle forze dell’ordine e con un provvedimento disciplinare.

Furti non imputabili ad altri se non a dipendenti dell’ospedale. Non soltanto beni di possesso di altri colleghi o addirittura di pazienti, ma ad esempio anche di farmaci, prelevati dalle dotazioni dei reparti e portati fuori con varie finalità. L’azienda ospedaliera è la prima vittima di questi episodi. Il potenziamento dei servizi di controllo e quanto accaduto in passato ai dipendenti infedeli hanno di fatto diminuito gli episodi, ma alcuni comportamenti ancora resistono. Quanto accaduto all’interno del blocco operatorio pochi giorni fa ne la conferma più diretta. A questi episodi, certo, si devono aggiungere a quelli messi a segno da alcuni soggetti esterni che trovano nelle corsie e nelle stanze di degenza terreno fertile. Da qui le misure assunte in collaborazione tra direzione generale e questura a inizio settembre del 2018 e che in meno di cinque mesi hanno dato ottimi risultati.