REDAZIONE ANCONA

Sappanico, sagra delle Spuntature a rischio "Mancano i volontari e incertezze per il virus"

Si è conclusa due giorni fa la storica iniziativa giunta alla 52esima edizione: "E’ stato un successo, ma il futuro è davvero incerto"

Si è chiusa due giorni fa la sagra della spuntatura di Sappanico, giunta alla sua 52esima edizione. C’è l’incognita, però, per il 2022. Un’incognita legata alla pandemia e al fatto che scarseggiano i volontari per i preparativi di un evento che, seppur di modeste dimensioni, richiama gente da tutta la Regione.

Domenica, boom di presenze, nonostante l’entrata in vigore, qualche giorno prima, del green pass. La certificazione verde – necessaria 6 agosto per accedere ad eventi anche all’aperto – ha colto impreparati alcuni partecipanti, che, non avendo il passaporto vaccinale, hanno dovuto aspettare fuori. Ma "quasi nessuno se n’è andato a mani vuote – sottolinea il presidente del comitato organizzatore, Fiorenzo Pistelli –. Come ogni anno, abbiamo cercato di accontentare tutti. Si entrava solo col green pass: ci siamo attenuti alle regole, nel nome della sicurezza nostra e dei partecipanti". Alcuni clienti, sprovvisti del green pass, hanno protestato per una misura secondo loro eccessiva: "Infondo, se siamo all’aperto a cosa serve il green pass?".

"Le regole vanno rispettate – rimarca Pistelli –. Nessun decremento dei partecipanti per via del certificato verde. Il bilancio è positivo". Quest’anno, in tutte le Marche, le sagre erano davvero poche. In concomitanza con quella della spuntatura, si è svolta la sagra del pesce, a Marina di Montemarciano. Anche lì, boom di presenze. "La gente è stata disciplinata – evidenzia Pistelli, da Sappanico –. Fa piacere che la gente apprezzi le spuntature: è l’unica delle più vecchie sagre rimaste. Le tradizioni andrebbero mantenute e poi le spuntature sono un tipico prodotto anconetano".

Davvero c’è il rischio che la sagra si concluda alla sua 52esima edizione? "Io non posso occuparmi del lato burocratico e, insieme, dell’organizzazione. È troppo impegnativo. E non mi va che la gente dica che la sagra è mia. La sagra non si personalizza. Questo è un evento di tutti i cittadini di Sappanico: se la comunità vorrà continuarla, ho bisogno di un gruppo di persone deciso affianco a me. Altrimenti, dovrò farmi da parte, io non ce la faccio più ad occuparmene da solo. D’altronde, prima o dopo dovrò pur fare il passaggio del testimone. Lo scorso anno la nostra è stata l’unica sagra della Regione, nessuno ha rischiato nel farle, perché c’era (e c’è ancora) molta incertezza legata al colore della regione: se siamo gialli, ad esempio, la sagre si bloccano e sarebbe andata a monte tutta l’organizzazione. Anche nel giugno scorso c’era incertezza: i dubbi sono rimasti fino a poche settimane fa, poi è andato tutto liscio".

C’è da dire che, nonostante il covid, l’organizzazione sia a Montemarciano sia a Sappanico era perfetta, coi controllori all’ingresso e mascherine e igienizzanti nei luoghi comuni. A Montemarciano, complice il più ampio spazio, i tavoli erano lunghi e si potevano sedere più nuclei familiari. A Sappanico, invece, i tavolini erano piccoli e ben distanziati, con ingressi separati e percorsi dedicati.

Nicolò Moricci