SARA FERRERI
Cronaca

Scoperto uno store online del falso Multati 1420 amanti del finto lusso

Tutto veniva gestito da una disoccupata di 27 anni di Cupramontana che gestiva gli ordini su Instagram

di Sara Ferreri

Borse e capi di abbigliamento delle più prestigiose firme venivano pubblicizzate tramite Instagram con foto accattivanti, ma in realtà era merce contraffatta: coinvolti 1.420 persone tutte multati per 200 euro ciascuno. Un’articolata operazione della Guardia di Finanza di Jesi ha permesso di smantellare una vera e propria rete di vendita di abbigliamento e accessori di lusso, prodotti contraffatti che venivano commercializzati da soggetti che usavano il social Instagram. Il bilancio dell’operazione anti-contraffazione denominata "Fake shopping" della compagnia della Guardia di Finanza di Jesi è di sette persone denunciate per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, ben 1.420 clienti sanzionati in tutta la regione e anche oltre e sequestri di prodotti con loghi falsi che riproducevano beni delle più note e prestigiose griffe, compresi nel menù offerto: Louis Vuitton, Gucci, Chanel, Christian Dior, Hermes, Alexander McQueen, Dolce & Gabbana, Valentino, Stella McCartney, Christian Louboutin e Yves Saint Laurent. Per tentare di eludere i controlli delle autorità, in una prima fase sulla piattaforma social venivano inseriti dei link dedicati che pubblicizzavano prodotti analoghi a quelli delle grandi firme ma privi di marchio e senza indicazione del prezzo. I potenziali clienti però dopo aver visonato su canali Instagram i prodotti privi di marchio, si mettevano in contatto con i venditori tramite messaggistica Instagram e Whatsapp. E in questi scambi per lo più attraverso le chat, veniva svelata la vera natura dei prodotti contraffatti e i prezzi di gran lunga inferiori a quelli dei capi e degli accessori originali. Scelto il prodotto, il cliente procedeva al pagamento anticipato, prevalentemente con accredito su carte Postepay (tramite ricarica o di bonifico), dopodichè avveniva la consegna con corriere espresso con spedizione dall’Estremo Oriente.

Le indagini, coordinate dalla procura di Ancona, hanno permesso di individuare prima di tutti un’abitazione nel Comune di Cupramontana dove una 27enne, disoccupata e ancora convivente con i genitori, aveva costituito la base delle proprie attività illecite. Alla giovane donna, denunciata per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, sono stati sequestrati uno smartphone, due hard disk contenenti migliaia di file relativi alle vendite illecite e un’agenda con i dati degli ordini. Altre sei le persone denunciate nell’ambito dell’operazione. È stata ricostruita dagli inquirenti anche la posizione di altri appartenenti della rete di vendita in altri Comuni ubicati anche fuori della provincia di Ancona, Macerata, Palermo e Barletta-Andria-Trani: queste persone erano deputate a intrattenere i contatti con i fornitori dei prodotti, ubicati in Cina, Paese dal quale partivano le spedizioni della merce recapitate al domicilio dell’acquirente. Insomma una vera e propria rete nazionale e internazionale, nata per piazzare griffe contraffatte ma molto simili agli originali, a prezzi piuttosto ‘popolari’. Uno shopping che però è costato salato a ben 1.400 clienti che oltre ad aver comprato capi di abbigliamento e borse contraffatte dovranno sborsare anche una multa che sfiora i 300 euro.