Senza Brunella da quel 15 settembre Il caldo dà una mano ai soccorritori

Alcuni laghetti si sono prosciugati: l’impressione è che la 56enne sia sepolta sotto una lastra di fango che però a causa delle alte temperature potrebbe spaccarsi. I cani continuano a fiutare in tutto il territorio

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di Giacomo Giampieri

Sono trascorsi oltre 40 giorni senza Brunella Chiù, l’ultima dispersa dell’alluvione delle Marche dello scorso 15 settembre. La 56enne, quando è stata travolta dall’onda di piena del fiume Nevola, era a bordo dell’auto con la figlia Noemi Bartolucci (17 anni, trovata morta all’indomani del tragico evento). L’altro figlio, Simone (23), si era salvato miracolosamente aggrappandosi ad una pianta, nel tentativo di scappare anche lui al volante di un’altra vettura della famiglia. Erano usciti di corsa dalla loro casa di contrada Coste a Barbara, prima che l’incubo si materializzasse. Da quella sera, tremenda, della donna non c’è stata più notizia. Trascinata via dall’acqua e dal fango. Le ricerche estenuanti di Brunella proseguono da quasi un mese e mezzo e, come di consueto, vengono coordinate dall’Unità di comando locale dei vigili del fuoco trasferita da Barbara a Pianello di Ostra. In campo, il solito plotone formato dai vigili del fuoco stessi, volontari della Protezione civile, guardia di finanza, carabinieri, soccorso alpino e molte altre persone che stanno eseguendo le perlustrazioni, a tappeto, del territori con l’ausilio dei cani molecolari. Le condizioni climatiche favorevoli di questi giorni hanno fatto sì che alcuni laghetti nei pressi di Passo Ripe (comune di Trecastelli) si prosciugassero ed è lì che si intensificano gli sforzi. Non si può escludere nulla, dunque la donna potrebbe essere rimasta sotto lastre di fango ormai solidificate. I controlli vanno avanti senza sosta sia a terra che nei fiumi, anche con l’ausilio dei sub: i corsi d’acqua del Misa e del Nevola vengono sempre attenzionati con particolare riguardo. Ma ovviamente l’attività è sempre più complessa, giorno dopo giorno. E le possibilità di ritrovarle si assottigliano. Ma nessuno vuole mollare.

Intanto Simone ha ripercorso quella sera drammatica ai microfoni dell’inviata Nina: "Difficile farsene una ragione. Avevamo appena cenato, mamma era nel suo letto, io nel mio e Noemi nel divano". A quel punto una chiamata di un amico, che lo invitava a scappare complice l’arrivo della piena: "Ce ne siamo andati. Mamma e Noemi in una macchina, io nell’altra". Il fiume era dentro gli argini, poi sono stati travolti. Alla giornalista di Italia Uno, Simone, ha parlato di un’onda anomala, "come se si fosse rotta una diga". Ora il desiderio del 23enne è quello che ritrovino la madre: "Vorrei riavere almeno il suo corpo, in modo che possa darle una degna sepoltura e mamma possa stare vicina a Noemi. Mi aiuterebbe a sapere che è lì. E non dispersa chissà dove". La rassicurazione di un soccorritore al giovane, mostrando la volontà di non fermarsi nelle ricerche: " "È come se cercassi la mia di mamma. Anche perché se non ci credi, non si va avanti".