Il trasporto pubblico locale su ferro e gomma sarebbe arrivato "al capolinea": è la denuncia, dati alla mano, dei sindacati che ieri mattina hanno organizzato un confronto sul tema. I dati forniti da Isfort da sono allarmanti: nelle Marche, infatti, appena il 2,6% degli utenti utilizza treni o autobus per i propri spostamenti contro quasi l’80% che preferisce il mezzo privato. È uno dei risultati peggiori d’Italia, e prendendo solo il dato degli autobus si scende addirittura allo 0,7% degli utenti. Numeri sconfortanti dai quali parte "Arrivati al capolinea", l’incontro organizzato da Cgil, Cisl e Uil delle Marche che si è svolto ieri all’H3 Coworking di Ancona per discutere del trasporto pubblico locale marchigiano, la seconda voce del bilancio regionale, dopo la sanità.
"Due anni fa abbiamo cominciato un percorso – ha detto Giorgio Andreani segretario regionale Uil Marche –, abbiamo parlato con le persone, cercato di capire la situazione, a dimostrazione del fatto che in questo percorso ci crediamo. Da anni sia l’amministrazione regionale sia i sindacati denunciano le scarse risorse assegnate alle Marche nella ripartizione del Fondo nazionale trasporti senza che nel frattempo sia stato riconosciuto alcun miglioramento. Una quota media per abitante inferiore del 40% rispetto alla media delle regioni italiane e addirittura del 60% rispetto alle regioni di piccole dimensioni. Va ricordato che dal fondo arriva il 65% delle risorse che servono per finanziare il servizio, mentre il restante 35% è frutto di bigliettazione e abbonamenti".
Ancora la voce dei sindacati: "Per incentivare il servizio occorre migliorarlo così da raggiungere il doppio obiettivo di dare un servizio ai cittadini, liberare le città dal traffico e dalle fonti inquinanti". Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale Goffredo Brandoni: "Per quanto riguarda i trasferimenti dal fondo nazionale trasporti, le Marche sono all’ultimo posto dal 2013. Una cosa inspiegabile, stiamo facendo una battaglia alla conferenza delle Regioni e delle province autonome, speriamo che questa percentuale ci venga aumentata". Giuseppe Poli