
I due si erano conosciuti sulla famosa chat di incontri
Sembrava un amore destinato a decollare, iniziato prima attraverso una app di quelle utilizzate per conoscersi e poi continuato con un trasferimento di lei nella città di lui, a Fabriano. Durante pochi mesi di convivenza però la donna sarebbe passata dalle stelle alle stalle. L’uomo che l’aveva accolta in casa sua sarebbe stato un tipo sospettoso e molto geloso al punto di farle scenate sul lavoro, accusandola di tradirlo con un collega. Solo fantasie per la donna che però ci avrebbe rimesso in prima persona. Il compagno l’avrebbe picchiata e violentata. I fatti, che risalgono a gennaio del 2022, hanno portato la vittima a sporgere denuncia ai carabinieri, due volte, una poi l’aveva ritirata. Le indagini hanno portato a processo l’uomo, 50 anni, fabrianese, con l’accusa di violenza sessuale e lesioni. E’ difeso dall’avvocato Alessandro Calogiuri. Ieri mattina in tribunale, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, sono stati sentiti la vittima (che non si è costituita parte civile), l’imputato e un vicino di casa. La coppia si era conosciuta su Tinder. Tra loro c’era stata sintonia sin dall’inizio e dopo messaggi, telefonate e incontri sporadici i due volevano vedersi più spesso così lei, 41 anni, originaria della Lombardia, aveva deciso di trasferirsi a Fabriano. Il 50enne le avrebbe trovato un lavoro come cassiera in un supermercato. L’uomo però, stando alle accuse e a quanto ha riferito in aula la vittima, sarebbe stato molto geloso e avrebbe iniziato a sospettare un tradimento della lombarda con un collega di lavoro. Il giorno che l’avrebbe percossa, ferendole un orecchio, le avrebbe fatto prima una scenata poi, una volta a casa, l’avrebbe aggredita fisicamente. La 41enne il giorno dopo è andata dai carabinieri per sporgere denuncia. Poi ci ha ripensato e l’ha ritirata. Il giorno dopo però il compagno, stando alle accuse, avrebbe di nuovo litigato con lei e l’avrebbe costretta a più di un rapporto sessuale. L’imputato l’avrebbe poi accompagnata dai carabinieri per dirle che doveva accusare il collega di lavoro della violenza subita. La donna però ha denunciato lui. Stando alla versione dell’imputato non ci sarebbe stata nessuna violenza e nemmeno le percosse. La 41enne pensava che il fabrianese l’avrebbe sposata e quando gli ha chiesto conto delle nozze lui si è mostrato contrario e l’avrebbe invitata a far le valigie per tornare in Lombardia. Da lì si sarebbe inventata la violenza e le percosse. Prossima udienza il 1 ottobre per sentire una dottoressa del pronto soccorso a cui la vittima si era rivolta dopo gli abusi sessuali.