MARINA VERDENELLI
Cronaca

Si spaccia per tenente: "Sposami". E intanto si fa prestare 15mila euro

La caparra per le bomboniere e le spese per le nozze, ma è solo un raggiro. Condannato un 44enne .

Prima la conoscenza in chat che ha fatto sbocciare l‘amore, poi addirittura una proposta di matrimonio: "Ti amo, sposiamoci". Lei ci ha creduto davvero ed è arrivata anche a comprare le bomboniere e il vestito di nozze, ma quando si è resa conto che la data del matrimonio tardava a essere fissata, ha iniziato a capire che qualcosa non andava. L‘uomo che l‘aveva fatta innamorare le aveva però spillato già 15mila euro tra ricariche sulla postepay, prestiti e acquisti di elettrodomesti finalizzati a coronare la vita insieme. Con l‘accusa di truffa il tribunale di Ancona ha condannato un 44enne campano, Aniello Polese, a otto mesi di reclusione più il pagamento di 800 euro di multa e 10mila euro di provvisionale da dare alla parte civile. Al pagamento dei 10mila euro, che dovrà liquidare entro un anno, la giudice Antonella Passalacqua ha subordinato la condizionale della pena. L‘imputato, difeso dagli avvocati Alessio Colotti e Luca Montanari, si sarebbe spacciato per tenente dell’esercito, con un nome diverso da quello poi risultato vero. Aveva conosciuto la vittima, 44enne jesina, parte civile con l‘avvocato Vania Lupacchini, in una chat di un sito di incontri. I due si sarebbero scambiati diversi messaggi e già dalle parole scritte la donna aveva sentito battere forte il cuore e poco a poco si era innamorata del campano. Dopo un periodo di conversazioni virtuali, i due si sono incontrati e lei andava spesso nella cittadina, a Torre del Greco, proprio in Campania, dove l‘uomo abitava. La relazione è andata avanti tra ottobre del 2017 e ottobre del 2018. Spacciandosi per tenente dell‘esercito, l‘uomo le avrebbe iniziato a chiedere soldi, alcune cifre anche per facendole credere che avrebbe ottenuto agevolazioni dalla Regione Lazio per l‘assicurazione dell‘auto, poi il ricambio di alcuni pezzi. Infine la richiesta di sposarla. Tanta era la contentezza che la vittima si sarebbe lasciata convincere ad acquistare una scopa elettrica per lui, una macchina per il caffè e a versargli soldi per la caparra delle bomboniere e varie spese per l‘organizzazione delle nozze. La donna ha scoperto prima il falso nome, insospettendosi del fatto che lui non fissava mai la data delle nozze, e poi ha capito che il matrimonio non ci sarebbe mai stato, così ha sporto denuncia ai carabinieri. Stando alla difesa dell‘imputato, quelli sarebbero stati solo prestiti, ma nessuna truffa e nessun inganno alla donna, a cui avrebbe voluto restituire il denaro. La Procura di Ancona aveva chiesto la condanna a un anno del 44enne campano.