Sono sei le sale dismesse: "Tutte storie affascinanti finite in una tesi di laurea"

Andrea Sacchi, dipendente della direzione urbanistica del Comune di Ancona, studia l'evoluzione dei cinema nella città. Una tesi di laurea sull'argomento, l'affluenza minore e l'avvento delle multisale, il Covid che accelera il cambiamento delle abitudini. Una storia di cinema dismessi, trasformati e di sale ancora aperte.

Sono sei le sale dismesse: "Tutte storie affascinanti finite in  una tesi di laurea"

Sono sei le sale dismesse: "Tutte storie affascinanti finite in una tesi di laurea"

Andrea Sacchi, dipendente della direzione urbanistica del Comune dorico, i cinema li sta studiando. È ferrato su tutto: architettura e non solo. Studia all’università di Ferrara, pur essendo marchigiano di Pesaro, ma lavora da tempo ad Ancona. Qui si è appassionato alla storia delle sale di un tempo, tanto da scriverci una tesi di laurea "Il fenomeno è interessante, parla di una rivoluzione dei costumi – dice Sacchi – L’esperienza collettiva del cinema è cambiata, c’è un’affluenza minore. Ancona aveva tanti cinema che nel corso del tempo, in centro, hanno chiuso e c’è stato l’avvento delle multisala. Il Covid ha accelerato il rinnovamento delle nostre abitudini".

L’Astra era a pochi metri dall’ex Metropolitan, sede della nostra redazione, che "è stato convertito, così come un’altra sala in cui ora c’è una banca". Sei, attualmente, i cinema dismessi, senza contare i due edifici (tra cui il Metrò) che vivono di vita nuova. L’ex Astra, insieme agli altri tra il rione Adriatico e il Piano, "sono contenitori vuoti, ma offrono una volumetria generosa e sono appetibili per operazioni immobiliari di valorizzazione. Al contempo, la loro dimensione e lo stato di degrado in cui spesso versano, implicano costi enormi per acquisto e lavori".

Le altre sale di Ancona sono di proprietà di privati, solo l’Astra è comunale (dal 2004). "Sorgendo in centro ed essendo quindi confinanti ad altri immobili, tutte le operazioni edilizie e di trasformazione sono molto più delicate di quelle che si dovrebbero affrontare se l’immobile fosse isolato". Da ricordare l’ex Enel di via San Martino, fruibile gratuitamente dai dipendenti, ma anche aperto al pubblico. E che tempi al Goldoni, chiuso proprio dopo la pandemia: "Diversi anni fa, c’era persino una gelateria fruibile anche dai cittadini che non entravano in sala. C’era intrattenimento su tutti i fronti, erano davvero un altro clima, un’altra atmosfera. E parliamo di 40 anni fa". L’Alhambra, nel rione Adriatico, "aveva due gallerie più piccole dell’Astra. Sarebbe dovuto diventare un multisala ma tutto cadde nel vuoto". Nello stesso quartiere, il multisala Mr. Oz, "nato a seguito della trasformazione del cinema Salotto, costituito da una grande sala lunga, con sotto sale giochi e locali di intrattenimento. Da non dimenticare il Supercinema Coppi, in corso Carlo Alberto".

Nicolò Moricci