REDAZIONE ANCONA

Tacconi non riesce a parare il processo

L’ex portiere della Juventus accusato di appropriazione indebita: "Ha preso un’auto a noleggio senza pagare l’affitto e le multe"

Stefano Tacconi

Per tre mesi avrebbe usufruito di un’auto a noleggio mai pagata e con la quale avrebbe preso anche diverse multe. A processo per insolvenza fraudolenta Stefano Tacconi, ex portiere della Juventus. L’ex gloria bianconera avrebbe maturato un debito di quasi 4mila euro nei confronti di uno jesino di 56 anni che si era fatto da garante prestandogli la carta di credito per prendere in affitto una vettura in una concessionaria di Jesi. I fatti risalgono all’estate del 2017. Tacconi si trovava in Vallesina per delle sponsorizzazioni e alloggiava in un hotel di Monsano. Lo jesino, che era un organizzatori di eventi, lo aveva conosciuto e dopo esserci entrato in confidenza lo aveva aiutato a noleggiare una Opel Zafira che serviva all’ex calciatore per spostarsi in autonomia durante la permanenza nelle Marche. La ricostruzione dei fatti è stata raccontata ieri in tribunale, ad Ancona, dove è in corso il processo, dalla parte offesa che si è costituita parte civile con l’avvocato Giorgio Marchetti. In udienza, davanti al giudice Alessandra Alessandroni, il 56enne ha raccontato la vicenda. "Tacconi ha alloggiato una settimana a Monsano – ha riferito la parte offesa – era in vista di sponsor e mi disse che aveva bisogno di una vettura per spostarsi con la sua famiglia così l’ho portato alla concessionaria Opel Almauto, che conoscevo bene. Quando è stato il momento di fare il contratto a noleggio Tacconi disse che aveva lasciato la carta di credito in hotel così io mi sono offerto di prestargli la mia senza che lui ritornasse indietro. Lui mi disse va bene e mi disse che quando sarebbe ripartito mi avrebbe saldato il conto. L’auto però non la riportò e a me, dopo varie telefonate, smise di rispondere al telefono". Per tre volte la concessionaria gli rinnovò il noleggio, perché la vettura non rientrava e sarebbe stata ancora in uso a Tacconi, fino alla fine di settembre. A riportarla in concessionaria fu un uomo che non era Tacconi. A distanza di settimane sono iniziate ad arrivare le multe prese in quel periodo, almeno una decina, a carico dello jesino. In aula ieri ha testimoniato anche un dipendete della concessionaria che ha spiegato come il contratto fu fatto al 56enne perché "Tacconi era un cliente nuovo e non avevamo garanzie su di lui" ma lo stesso testimone non si è ricordato se l’ex portiere avesse provato o meno a dare la sua carta di credito. La difesa di Tacconi, rappresentata dall’avvocato Alessandro Calogiuri, è rimasto scettico sul reato contestato dopo la deposizione dei due testi non ravvisando responsabilità penali per il suo assistito.

Marina Verdenelli