Tenta il suicidio e nell’esplosione muore il suo cane

Un uomo di Fabriano, in un momento di disperazione, causa un'esplosione involontaria in auto con il suo cane Corso a bordo. Assolto dall'accusa di uccisione dell'animale, si trova ancora in recupero e si rammarica profondamente.

Stava passando un brutto periodo e in un momento di debolezza si era chiuso in auto, deciso a morire inalando il gas del bombolone di gpl. Nel bagagliaio c’era il cane, una femmina di cane Corso, cui era molto legato. Proprio la presenza del cane aveva portato a un ripensamento, così aveva aperto la portiera dell’auto nel tentativo di farlo scendere innescando però, proprio con quel gesto, l’esplosione, perché si era accesa la luce interna del veicolo facendo da detonatore. Lui era rimasto ferito, con ustioni anche di terzo grado, il cane non era riuscito a salvarsi ed era morto carbonizzato. L’episodio risale al 13 ottobre 2020. Il proprietario del cane, 50 anni, fabrianese, sopravvissuto alle ustioni e alla deflagrazione, è finito a processo davanti alla giudice Tiziana Fancello con l’accusa di uccisione di animale, ma ieri è stato assolto con formula piena. Difeso dall’avvocato Antonella Andreoli l’imputato è stato sentito in aula prima che la giudice si ritirasse per la camera di consiglio. Ha spiegato che mai e poi mai avrebbe voluto far male al cane. "Prima dell’esplosione avevo scritto una lettera d’addio a mio fratello – ha detto il 50enne – raccomandandomi di tenere il cane e prendersene cura. Il mio è stato un gesto involontario". Il suo legale nell’arringa conclusiva ha evidenziato come l’assistito era fragile in quel periodo e ancora oggi si trova in struttura di recupero e non si dà pace per la morte dell’animale. ma. ver.