
L’equipe diretta dal dottor Michele Riccio che ha eseguito il provvidenziale intervento. Le lesioni richiedevano un intervento immediato in un centro altamente specializzato
Una notte di altissima intensità chirurgica all’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, dove un uomo proveniente da Chieti è arrivato d’urgenza dopo un gravissimo incidente con una motosega che ha coinvolto entrambe le mani. Le lesioni – subamputazione e devascolarizzazione di più dita, esposizione ossea e ampia distruzione dei tessuti molli – richiedevano un intervento immediato in un centro altamente specializzato. Centralizzato dall’Abruzzo a Torrette, l’uomo è stato operato nella notte tra il 5 e il 6 agosto dal team della Chirurgia Ricostruttiva e Chirurgia della Mano, diretto dal dottor Michele Riccio.
A guidare la procedura microchirurgica di salvataggio, il dottor Francesco De Francesco e la dottoressa Senesi, con il supporto anestesiologico della dottoressa Elisabetta Rosanò e dell’équipe infermieristica composta dalla strumentista Elena Fraboni e dagli infermieri Matteo Mancini e Luigi Migliozzi.
Nonostante l’estrema gravità delle lesioni, i chirurghi sono riusciti a ricostruire buona parte delle dita di entrambe le mani, rivascolarizzandole e preservandone la funzionalità globale. Questo intervento rappresenta un esempio virtuoso del modello hub & spoke adottato dalla Regione Marche per la gestione dei traumi complessi della mano: un sistema che consente il trasferimento rapido e mirato dei pazienti verso centri altamente specializzati, come l’Aou delle Marche, centro Hub regionale per la Chirurgia della Mano.
"La presenza della nostra Struttura – sottolinea il dottor Michele Riccio – è fondamentale per la gestione di casi ad altissima complessità come questo. È grazie alla sinergia tra competenze specialistiche, tecnologie d’avanguardia e un’organizzazione efficiente se possiamo garantire risultati di questo livello, anche in emergenza. Solo pochi giorni prima, nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto, abbiamo gestito un altro caso estremamente delicato: un paziente, anch’egli proveniente dall’Abruzzo, con un trauma transmetacarpale e devascolarizzazione completa di tutte le dita della mano. L’intervento, tempestivamente eseguito dai colleghi Francesco De Francesco e Olimpia Mani, ha permesso il salvataggio della mano e l’avvio di un percorso di recupero funzionale".