Tutti sul treno dei "disperati"

Da Ancona a Piacenza in piedi con le borse in mezzo ai corridoi

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Ammassati e stipati "con l’impossibilità di tenere le distanze sociali". E’ il racconto documentato del viaggio sul treno Ancona – Piacenza "su cui sono salita a Fano alle 17,19 di domenica 20 settembre 2020 – spiega la passeggera e lettrice, Alessandra Generali -. Foto scattate nel tratto da Rimini a Imola; e alla stazione di Imola". Immagini dalle quali è facile comprendere come "le distanze sociali – ribadisce - sono state impossibili da tenere, nonostante venga ripetuto ai microfoni e appaia scritto ovunque". Se le fotografie non possono riprodurre i messaggi audio lanciati dagli altoparlanti, le immagini palesano però perfettamente gli avvisi riportati anche lungo la pavimentazione che pendolari e passeggeri di lunghe tratte hanno incontrato ovunque e in due lingue, italiano e inglese, riportati su una lunga freccia verde che indicava il percorso da seguire per raggiungere i convogli. Inoltre "poteva essere prevedibile che in una giornata soleggiata come quella di domenica – prosegue - potessero esserci molte persone di rientro da una o due giornate al mare o chi da vacanze più lunghe. O, ancora – chiosa -, chi si sposta settimanalmente per lavoro". Dalle fotografie scattate durante il viaggio "si può vedere come il treno debordava di persone sistemate in piedi o sedute sui gradini. Ed è stato così lungo la tratta". Viene poi specificato come non si trattasse di un affollamento momentaneo, quello che viene a crearsi solitamente e plausibilmente durante la salita o la discesa dal treno ma, specifica, "eravamo ammassati così. Le mascherine le avevamo tutti, ma il distanziamento era impossibile". A questo punto, la domanda è spontanea: "Non avrebbero potuto potenziare la linea o fare biglietti solo per il numero di passeggeri che il treno può contenere in modo adeguato alla situazione attuale?". Vero che se per gli autobus la capienza è aumentata arrivando all’80% e per alcuni treni (come per gli aerei) ha raggiunto il 100%, dalle immagini e dall’esperienza vissuta dalla passeggera forse, durante questo viaggio, si è anche tornati ai tempi pre-Covid quando si viaggiava ‘schiacciati’. Anche qui, dal reportage di Alessandra Generali, si può notare come vi sia chi sì, indossa la mascherina, ma la tiene abbassata fino alle labbra rendendola quasi inutile. Ma ancora, circa la capienza e il numero di viaggiatori che si trovavano a bordo del treno quella domenica, si notano anche persone che hanno ‘trovato posto’ stando sedute a terra, sui gradini che dividono uno scompartimento dall’altro e chi, invece, se ne sta ‘comodo’ appoggiato anziché allo schienale del sedile, sulla porta di ingresso tirandosi in avanti ogni volta che si arriva ad una fermata. Una situazione che lascia dunque pensare che il treno potesse essere pieno oltre il consentito. Nonostante ciò, nessuno del personale a bordo, data la situazione, ha fatto in modo di ‘spezzare’ il treno facendo aggiungere vagoni o dando modo ai viaggiatori di proseguire nella tratta con tutta la sicurezza riguardante le norme anti-Covid, e richiesta proprio dai messaggi e dalla cartellonistica apposta dalle Ferrovie.

Alberto Bignami