SILVIA SANTINI
Cronaca

Uccisi in Argentina. Due desaparecidos dorici, quelle targhe scomparse e un simbolo recuperato

Luis Stamponi era braccio destro di Che Guevara nella guerriglia boliviana. Mafalda Corinaldesi la mamma che andò a cercare il figlio sparito nel nulla.

Luis Stamponi era braccio destro di Che Guevara nella guerriglia boliviana. Mafalda Corinaldesi la mamma che andò a cercare il figlio sparito nel nulla.

Luis Stamponi era braccio destro di Che Guevara nella guerriglia boliviana. Mafalda Corinaldesi la mamma che andò a cercare il figlio sparito nel nulla.

Sono state ripristinate due targhe che erano misteriosamente scomparse da tempo. Grazie all’interessamento e l’impegno dell’assessore al Decoro Daniele Berardinelli e della responsabile di segreteria Daniela Carotti, in pochi mesi si è provveduto a rimettere in piedi due simboli fortemente legati alla città. Luis Stamponi (braccio destro di Che Guevara nella guerriglia boliviana) e la mamma nata ad Ancona, Mafalda Corinaldesi, che andò a cercare il figlio scomparso in Bolivia, furono fatti scomparire durante la dittatura dei generali. La targa a loro dedicata si trova, ora, di nuovo, davanti allo Stadio Bar e allo stadio Dorico. A seguire l’intero iter di ripristino è stato il giornalista e sociologo della emigrazione di Camerano Fiorenzo Santini che, quasi dieci anni fa, propose l’intitolazione del largo ai due desaparecidos anconetani. Con lavoro certosino ha trovato i documenti che attestavano le origini doriche di Corinaldesi.

"E’ una storia che parte il 23 marzo 2016 quando venne intitolato il largo ad Ancona, lungo il viale della Vittoria, davanti allo stadio dorico, con l’apposizione di una targa appunto in mezzo allo spazio suddetto e sulla quale erano scritti i nomi di Mafalda Corinaldesi e suo figlio – dice Santini – La cerimonia fu il frutto di un’iniziativa da me proposta ed organizzata da più soggetti: Spi Cgil e Coordinamento donne Marche e Ancona, Terzavia di Ancona, Associazione 24 marzo ed ebbe il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia e del Comune di Ancona".

La storia è affascinante: "Corinaldesi, nata in Argentina nel 1915, figlia di Giulio, nato ad Ancona nel 1880 ed emigrato in Argentina nel 1898, nel 1935 ebbe Luis, personaggio di spicco nella lotta contro la dittatura militare che imperversò in Argentina seminando morte e violenza, soprattutto contro i giovani, studenti, operai. Stamponi venne catturato nell’autunno del 1976, in Bolivia, dove si era rifugiato e dove divenne il braccio destro di Ernesto Che Guevara nella guerriglia nella giungla boliviana. Di Stamponi non si ebbero più tracce, desaparecido forse in Bolivia o nel rientro a Buenos Aires. Il 13 novembre Corinaldesi, 64 anni, partì per la Bolivia per avere notizie del figlio". Non avendole avute, il 19 rientrò a Buenos Aires dove prese alloggio in un albergo: "Il giorno dopo avrebbe dovuto avere un incontro per chiarire le sorti del figlio ma nella notte venne rapita da tre membri della polizia federale e da quel momento di lei si perse ogni traccia".

Proprio nove anni fa, in quel periodo, al tribunale di Roma si celebrava il processo Condor nel quale lo Stato si era costituito contro gli aguzzini del regime militare argentino che negli anni avevano torturato, ucciso e fatto sparire italiani residenti in Argentina. "Tra le vittime anche Luis e sua madre Mafalda. Alla fine del processo, nel 2017, furono comminati 8 ergastoli e decine di anni di carcere. Mafalda, che non poté partecipare al movimento delle madri di Plaza de Mayo perché fatta sparire prima, ebbe comunque un ruolo importante in quel movimento: la sciarpa che indossò nel pellegrinaggio alla ricerca del figlio o di sue notizie, divenne il simbolo di quello che fu poi il movimento delle madri. All’iniziativa dell’intitolazione erano presenti, oltre i rappresentanti delle associazioni, l’ambasciatore argentino e tanti testimoni provenienti dal Sud America chiamati a testimoniare al processo Condor. Qualche anno dopo si presentò qui anche Vera Vigevani, "madre di Plaza de Mayo".

In tema di targhe, Santini rivela poi: "C’è anche una terza targa, interessante, apposta di nuovo davanti alle scuole Pascoli, in ricordo di Federico Frezzotti, vittima 14enne nel 2009 di un omicidio stradale in Umbria che è ancora ricordato con affetto da tutti i suoi amici ed ex compagni di scuola".