
Di personaggi celebri a Loreto ce ne sono stati tanti. Basti pensare ai papi. Ma anche tra i ‘laici’ non capita tutti i giorni di avere come ospite uno dei simboli dell’Italia nel mondo. Parliamo di Riccardo Muti, che giovedì 14 luglio sarà protagonista di un evento straordinario, di richiamo internazionale.
E’ il concerto ‘Le vie dell’Amicizia’, progetto di ‘Ravenna Festival’ che dal ‘97 visita luoghi simbolo della storia. Muti porterà la ‘sua’ musica nei due santuari mariani più noti al mondo: Lourdes (11 luglio) e appunto Loreto. Il Maestro guiderà l’Orchestra Giovanile ‘Luigi Cherubini’ e un coro che unisce artisti italiani e ucraini. "Venticinque anni fa rispondemmo alla chiamata di Sarajevo, città martire dilaniata da una guerra fratricida – ricorda Muti -. Quel concerto è stato il primo dei ponti di fratellanza che abbiamo costruito, un pellegrinaggio che negli anni ha raggiunto città come Gerusalemme, Beirut, Mosca, Damasco, El Djem, New York dopo l’11 settembre, Nairobi, Redipuglia, Teheran, Kiev, Erevan... Senza dimenticare il Concerto delle fraternità in cui si levò anche la voce del Dalai Lama".
Muti ricorda che "oggi la pandemia ci ha reso forse ancor più consapevoli della nostra fragilità, dell’universalità dell’esperienza del dolore. Ma la sofferenza non è il solo linguaggio che non conosce confini. Mentre divampa un nuovo, lacerante conflitto, è la musica, capace di superare tutte le diversità di cultura, lingua, religione, a farsi ambasciatrice del nostro messaggio di pace e solidarietà. Per suggellare i concerti nei santuari dove da secoli accorre un’umanità ferita in cerca di conforto, ho scelto l’Ave verum corpus di Mozart, in cui risuona il dolore del mondo ma anche tutta la speranza di cui l’Uomo è capace". Dopo il ‘Magnificat’ di Vivaldi, con il soprano Arianna Vendittelli e il contralto Margherita Sala, in piazza della Madonna risuoneranno le voci di cento bambini per l’"Ave verum corpus". Poi toccherà al Concerto n. 1 K 412, sempre di Mozart, affidato al cornista Felix Klieser, allo ‘Stabat Mater’ e al ‘Te Deum’ di Verdi, al canto di una donna e un bambino, a un salmo ortodosso e a canti in basco e occitano, fino alla processione conclusiva.
Raimondo Montesi