Un festival tra vari generi artistici Alla Mole debutta "Road to Godai"

Presentata la prima edizione "compatta" ideata da D’Erasmo e Tortora. Il prossimo anno cinque giornate

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Il 7 settembre alla Mole di Ancona sarà "una giornata speciale, magica". Lo assicura Paolo Marasca, assessore alla cultura, che ha subito accettato "una bellissima proposta che parla di abbattimento dei confini tra generi artistici". A fargliela sono stati Rodrigo D’Erasmo (foto a lato) e Daniele ‘Ilmafio’ Tortora, musicisti, produttori e molto altro.

L’idea è un festival multidisciplinare che unisca la musica alle arti performative e visive. Un progetto a cui i due pensavano da tempo, e che ora si concretizza anche grazie gli eccezionali spazi che offre la Mole. Qui si svolgerà ‘Road to Godai’, un’intensissima giornata che fa da preludio al festival vero e proprio, previsto nel 2023, suddiviso in cinque giornate. Cinque come gli elementi della natura su cui lavorerà un curatore d’eccezione e altri artisti da lui scelti.

Per la ‘Terra’ c’è Valerio Lundini, che ha scelto Alessandro Gori (Lo Sgargabonzi) e Daniele Tinti; per l’acqua c’è Diodato (foto a destra): nel suo ambiente il collettivo Bluemotion allestirà lo spettacolo ‘Tiresias’ di Kae Tempest, ma in azione ci saranno anche l’artista Venerus e il Collettivo Angelo Mai. Meg, carismatica cantautrice napoletana reggerà il vessillo del ‘fuoco’, insieme a Canemorto, originale trio di artisti italiani. Per l’aria il curatore Gemitaiz ha scelto suoi colleghi per un live set (Orang3, Vittorio Gervasi, Danilo Menna e Alessandro Lorenzoni) e protagonisti della street art e della videoarte: Gemello, Hube, Solo & Diamond, Manuel Marini.

Per il ‘Vuoto’, con la coppia Silvia Calderoni e Vasco Brondi ci sarà Industria Indipendente -Talking Bodies || ‘Conosci te stessa’ e il dj Bunny Dakota. C’è poi una mostra a cura di Cristiano Carotti e White Noise, che vedrà esporre Loredana Longo, Lulù Nuti, Jonathan Vivacqua, Luca Grimaldi, Christopher Domiziani e lo stesso Carotti. D’Erasmo parla di "un’opportunità enorme", di "dialogo e commistione di generi" e di "artisti disponibili ad occuparsi di cose estranee alle proprie attività abituali". L’iniziativa si affida anche all’Amat, il cui direttore Gilberto Santini definisce il festival "un progetto esemplare, geniale, come da tempo non capitava. Il connubio tra le arti potenzia il racconto".

Raimondo Montesi