Vaccino Sputnik: l'anconetano che l'ha fatto in Russia "Organizzazione perfetta"

Vladimir Voronov ha vissuto 30 dei suoi 38 anni nel capoluogo: "Ma in Italia ho visto che la situazione era brutta e me ne sono andato"

Vladimir Voronov è tornato a vivere in Russia dopo 30 anni

Vladimir Voronov è tornato a vivere in Russia dopo 30 anni

Ancona, 11 marzo 2021 - Nato a Leningrado, oggi San Pietroburgo, Vladimir Voronov ha vissuto 30 dei suoi 38 anni ad Ancona e da martedì è il primo anconetano che si è vaccinato con lo Sputnik V. Raggiunto il capoluogo dorico all’età di 8 anni, subito dopo il lockdown, nel mese di giugno ha pensato, vista la sua doppia cittadinanza, di trasferirsi nella sua città natale.

Signor Voronov, lei è partito per la Russia con l’inizio della pandemia… "Ad Ancona, e in Italia, non la vedevo bene e a giugno ho deciso di trasferirmi in Russia".

Una volta arrivato, cosa è successo? "La quarantena. Si dovevano fare per forza 2 settimane a casa. Ho compilato un modulo alla frontiera e, giunto a casa, ho chiamato il 112 e comunicato i dati. Il giorno dopo mi ha contattato il medico, che mi ha visitato assegnandomi un tutore che ogni mattina mi scriveva su Whatsapp per sapere come stavo mentre la polizia si accertava che stessi a casa. L’ultimo giorno mi ha chiamato il capo del distretto di polizia per ringraziarmi della pazienza e della collaborazione".

Passiamo al Covid: in Italia le vaccinazioni vanno a rilento. In Russia? "Non ci sono problemi. Ho fatto la richiesta per lo Sputnik V alle 20.30 del 4 marzo sul portale della pubblica amministrazione. Alle 21.29 mi giunge la mail che la richiesta è stata presa in carico. Alle 21.30 ricevo la chiamata dal call center del ministero della Sanità per fissare l’appuntamento. La prima data possibile era quella del giorno dopo, alle 8. Scelgo di farlo martedì 9, per mia comodità".

Come è andata? "Avevo appuntamento alle 12.15. Ho scelto di farmi il vaccino al policlinico di fronte a casa. Uno dei 130 punti a San Pietroburgo dove ci si può vaccinare. Il punto si sceglie liberamente, in base alle proprie comodità. Nel raggio di un chilometro da casa ho altri 4 punti dove potevo farlo. Mi presento alle 12. Ritiro la cartella che era già stata preparata in anticipo e compilo il questionario. Mi visita un medico misurandomi febbre, pressione e saturazione. Domande di rito e poi fissa l’appuntamento per il richiamo".

Poi? "Cambio stanza e, mentre un medico compila la tessera vaccinale, l’infermiera mi fa l’iniezione e mi spiega le cose da non fare i prossimi 3 giorni: non lavare la zona della puntura ed evitare luoghi affollati. Nessuna fila, nessuna attesa, nonostante il flusso continuo di persone. Principalmente persone anziane, tutte tranquille e per nulla preoccupate di farsi vaccinare. Dopo mezz’ora ero di nuovo fuori". 

E tra 21 giorni il richiamo… "Potrò presentarmi tutto il giorno, dalle 8 alle 19, nell’orario che più mi è comodo. Ovviamente è tutto gratuito e non ci sono limitazioni se non quella di aver avuto il Covid nei precedenti 4/5 mesi".

Come funziona il tampone in Russia? "Quando l’ho fatto avevo prenotato il tampone per il pomeriggio. Alle 11 mi chiama il corriere e chiede se ero disponibile a farlo prima. Viene verso le 12.30. Mi consegna il kit e rimane fuori dalla porta. Mi faccio da solo i due tamponi, richiudo tutto e consegno la busta al corriere che la mette nella borsa frigo. Il giorno dopo mi è arrivato il risultato via mail. Carichi il pdf sul sito della pubblica amministrazione e sei libero di uscire. Tutto questo servizio costa 1900 rubli (circa 20 euro)".