SARA FERRERI
Cronaca

Violenza di genere vista dai ragazzi: "Consapevoli, ma poco informati"

Il sondaggio fatto dall’Asp 9 di Jesi tra oltre settecento studenti delle scuole superiori della città. Per quasi tre su dieci il partner ha il diritto di controllare i messaggi sul telefonino della fidanzata. .

Violenza di genere vista dai ragazzi: "Consapevoli, ma poco informati"

Violenza di genere vista dai ragazzi: "Consapevoli, ma poco informati"

Otto ragazzi su dieci hanno riflettuto almeno una volta nella vita sulla violenza di genere, ma per quasi tre su dieci il partner ha diritto di controllare il telefonino della ragazza e leggere i suoi messaggini. Per il 12% può anche impedirle di uscire con la minigonna. È quanto emerge dai questionari effettuati in sei istituti superiori di Jesi, tra 712 studenti e studentesse, tra 15 e 17 anni, iniziativa organizzata dall’azienda pubblica Asp 9 in collaborazione con lo sportello antiviolenza ‘Casa delle donne’ di Jesi, la Consulta delle donne e quella delle nuove generazioni. Il dialogo con gli studenti, durato due anni con due diversi progetti, parte da numeri crescenti in provincia di Ancona delle donne vittime di violenza che hanno deciso di dire basta e denunciare. "Il Cav, centro antiviolenza provinciale – rimarca Silvia Tomassoni dell’Asp 9 – riceve 130 denunce di violenza in media all’anno. Ma quest’anno siamo già a 64 nel solo periodo tra gennaio e la metà di aprile, dunque si prospetta un netto aumento, se si confermerà questo andamento. Aumentano quindi le donne che denunciano le violenze subite e denunciano i genitori: in questo senso la vicenda tragica di Giulia Cecchettin ha spinto tanti a riconoscere i segnali". "Dal sondaggio nelle scuole – aggiunge Tomassoni – emerge una buona consapevolezza di studenti e studentesse in merito all’esistenza del fenomeno della violenza di genere (89%), ma una conoscenza superficiale e piuttosto limitata, tanto da normalizzare atteggiamenti abusanti come il controllo tramite il telefono cellulare (il 26,9% lo ritiene possibile, ndr), del vestiario o pressioni di natura sessuale (per il 9,1% lui può fare pressioni per avere rapporti o pratiche sessuali che l’altra non vorrebbe, ndr)". Provengono per la maggior parte dai social (42.8%) e dalle cronache le informazioni sul tema per studenti e studentesse. "Le ragazze chiedono di parlarne e di essere aiutate a comprendere i segnali – aggiunge Tomassoni –. Come azienda pubblica ci piacerebbe parlare alle ragazze, ma c’è bisogno di farlo anche con i ragazzi". "Nel confronto con i ragazzi abbiamo assicurato riservatezza – spiega Isabella Badiali, consulente familiare –. Abbiamo realizzato con loro giochi esperienziali per attivare risposte emotive e ragionato molto sulla parola rispetto, per alcuni di loro praticamente sconosciuta". "Dagli stessi ragazzi – aggiunge la psicologa Daniela Palma – sono emerse dinamiche di stalking e violenza psicologica. C’è ancora molto da lavorare a stretto contatto con i ragazzi". Un lavoro anche sul linguaggio che sottende il pensiero, come evidenzia il sindaco Lorenzo Fiordelmondo. "Maggiore è la necessità di controllo del partner e maggiormente siamo di fronte a una fragilità del contesto sociale – dice –. È opportuno uscire dalle date predeterminate, come l’8 marzo o il 25 novembre, cercando di modellare l’architettura sociale". "L’emancipazione della donna – conclude Gianfranca Schiavoni, la presidente di Asp 9 – incontra ancora oggi ostacoli e stereotipi difficili da superare, ma sui quali bisogna assolutamente lavorare".