Whirlpool Fabriano, altri due anni di cassa integrazione

Vertice col ministro Di Maio: "Deve esserci l’accordo sindacale sul piano industriale"

Ex Indesit, lavoratori in protesta

Ex Indesit, lavoratori in protesta

Fabriano (Ancona), 4 ottobre 2018 - Il ministro Luigi Di Maio dice sì all’estensione di altri due anni della cassa integrazione straordinaria - in scadenza a dicembre - per i lavoratori Whirlpool a patto che si raggiunga un accordo tra l’azienda e i sindacati sul nuovo piano industriale, riportando in Italia alcune produzioni. Un sospiro di sollievo per i dipendenti dell’ex Indesit, tra cui gli oltre mille del territorio fabrianese, in coda al vertice di ieri in Ministero in cui l’azienda ha presentato il progetto industriale 2019-2021, alzando da 27 a 31 milioni di euro gli investimenti per l’Italia su scala triennale e confermando gli 800 esuberi in ambito nazionale, di cui un centinaio a Fabriano, pressoché equamente divisi tra operai e impiegati.

A sinistra il ministro Di Maio e, a destra, il governatore Ceriscioli
A sinistra il ministro Di Maio e, a destra, il governatore Ceriscioli

«Dopo l’apertura del Governo agli ammortizzatori – sostiene Gianluca Ficco della Uilm – è necessario che Whirlpool faccia la sua parte realizzando un piano di effettiva specializzazione degli stabilimenti e di sviluppo così da utilizzare i prossimi due anni per azionare finalmente gli esuberi». Tracciato, dunque, il percorso verso la proroga biennale degli ammortizzatori (e relativo divieto di licenziamenti unilaterali) che prevede un nuovo incontro del tavolo al Mise già questo mese di ottobre al fine di trovare l’intesa tra parti sociali ed azienda.

Manifestazione dei lavoratori Whirlpool a Biandronno
Manifestazione dei lavoratori Whirlpool a Biandronno

In particolare in città a preoccupare è la compressione delle vendite di piani cottura, che ha portato lo stabilimento monoprodotto della frazione di Melano dove lavorano circa settecento persone ad allontanarsi sempre più dal target dei due milioni di pezzi annui, tanto che la proiezione per questo 2018 è di galleggiare attorno al milione e mezzo, forse anche meno. Da qui la necessità di fare i conti con il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali straordinari, al punto che dopo i sei giorni di chiusura a settembre, ad ottobre ce ne saranno probabilmente due di stop totale e cinque di fermata a rotazione con gran parte delle linee non attive.

Nell’ordine di una cinquantina gli esuberi anche tra i colletti bianchi cittadini, chiamati a una media di tre giorni mensili di stop pure a ottobre e novembre. Negli ultimi mesi, comunque, sono stati già diversi gli impiegati spostati dalla città della carta da altre sedi, soprattutto la nuova location di Pero alle porte di Milano.