Il sarto Paolorossi la canta a tutti: "L’eleganza è defunta a Sanremo"

L’imprenditore di Filottrano tra top e flop: "Ci vuole più rispetto del made in Italy e la Rai dovrebbe intervenire"

Luca Paolorossi, popolare sarto di Filottrano, imprenditore nel settore della moda

Luca Paolorossi, popolare sarto di Filottrano, imprenditore nel settore della moda

Ancona, 8 febbraio 2024 – La puntata inaugurale del Festival di Sanremo 2024 ha fatto il boom di ascolti: oltre 10 milioni di telespettatori e il 65% di share. Numeri straordinari che hanno migliorato quelli già eccelsi dell’edizione precedente. Complimenti ad Amadeus, ma siamo sicuri che il format e "l’immagine" per acchiappare anche i giovanissimi siano corretti?

Un giudizio sul livello canoro lo scopriremo riascoltando meglio i brani in gara, ma di certo il look di vari artisti martedì sera è stato inappropriato per non dire imbarazzante.

Ne è convinto Luca Paolorossi, popolare sarto di Filottrano, imprenditore nel settore della moda e figura di rara schiettezza, che è andato giù duro con un post sui social.

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Per Paolorossi l’eleganza è defunta a Sanremo. Ne abbiamo chiacchierato con lui, cogliendo l’occasione per stilare una classifica dei top e flop sul palco dell’Ariston.

"Premetto che quello che ho scritto o che ti dirò è con cognizione di causa, ormai ho 52 anni, da 30 sono a partita Iva, insomma so di cosa parlo.

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E bisogna dirlo che purtroppo l’eleganza è finita. A Sanremo vanno artisti che generano brani che al massimo vengono ascoltati per 12 mesi, non è più come un tempo. E per rimanere nella mente della gente si mascherano rendendo tutto una grande pagliacciata".

Anche lei in passato aveva vestito cantanti del Festival…

"Sì e avevamo vinto. Nel 2016 gli Stadio vennero da me qui a Filottrano. Curreri mi chiese qualcosa di casual e io gli risposi provocandolo: ecco perché in tanti anni non avete mai vinto. Lui allora mi sfidò ribattendo ’ci affidiamo alla sua presunzione…’ Vinsero e Vanity Fair mise 10 ai miei abiti. Proprio per questo motivo domani (stasera) sarò premiato al Teatro Centrale di Sanremo per la 5° edizione del Sanremosi Awards".

Lei parla anche di un Made in Italy che non c’è più, come se fosse un processo irreversibile…

"Assieme all’eleganza è defunta gran parte delle aziende che si sono affidate ad influencer o responsabili di stile, con il loro non saper fare hanno contribuito alla perdita di fatturato. Gli imprenditori sono succubi del sistema. Sanremo rappresenta il Made in Italy della canzone ma non solo, ci vuole più rispetto e mi inquieta il fatto che la Rai non dica nulla. Non voglio che si arrivi ad imposizioni tipo i bambini che fanno la Comunione vestiti uguali, ma vorrei che la Rai invitasse ad una maggior decenza".

Passiamo ai promossi e bocciati nel look dopo la prima serata. Quali gli artisti che si sono presentati con il look migliore?

"Parto dal conduttore Amadeus, era da applausi. Ho trovato elegantissimo Ibrahimovic e mi è molto piaciuto il vestito blu di Mengoni con la giacca ricamata".

Nessuno era in gara però…

"Ah, bene anche Geolier".

I peggiori invece?

"Mahmood sembrava andato a pesca e boccio Sangiovanni".

Il gruppo La Sad?

"Quelli con la cresta? Meglio se non parlo!".

E del look delle donne?

"Ne erano poche. Ricordo soprattutto la Mannoia. A parte che era scalza, indossava un vestito che sembrava una tovaglia di pizzo, tipo i centrini che facevano le nostre nonne".

Uscendo dal suo ambito, c’è una canzone che l’ha già colpita o che potrebbe vincere?

"Il brano di Annalisa ha tutto per diventare un tormentone".