Banca Marche, crac da un miliardo. Chiesto il processo per tutti gli imputati

L’Unione consumatori vuole il sequestro di beni per 180 milioni

Una delle proteste

Una delle proteste

Ancona, 14 febbraio 2018 - Chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 16 imputati nel processo per il crac di un miliardo di euro di Banca Marche. La richiesta è stata avanzata ieri dal pool di magistrati che si occupa del default del vecchio istituto di credito, dichiarato insolvente nel marzo 2016 e ora in liquidazione coatta amministrativa, durante la nuova udienza preliminare che vede accusati ex amministratori ed ex revisori di bancarotta fraudolenta, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.

Tra gli imputati, oltre all’ex direttore generale Massimo Bianconi e gli ex presidenti Lauro Costa e Giuseppe Michele Ambrosini, ci sono anche i vecchi amministratori di Medioleasing, controllata della vecchia Banca Marche. La decisione sul rinvio a giudizio sarà presa il 13 marzo, giorno in cui è già stata fissata l’ultima udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare Carlo Cimini.

In quella data il gup si esprimerà anche sull’istanza presentata dall’Unione nazionale consumatori, in rappresentanza di 2.683 risparmiatori e dipendenti, che attraverso l’avvocato Corrado Canafoglia ha chiesto un sequestro preventivo per una concorrenza di 180 milioni di euro. Oggetto della richiesta di sequestro beni mobili o immobili, partecipazioni societarie e crediti verso terzi vantati dagli imputati e dalla vecchia Banca delle Marche, riconosciuta responsabile civile.

L’istanza di sequestro riguarda anche le assicurazioni stipulate per responsabilità civile o per danni verso terzi dai singoli imputati e dalla banca in liquidazione. Per questo l’Unione consumatori ha chiesto al giudice di ordinare alla vecchia Bdm e agli indagati (in particolare ai revisori dei conti) di produrre i contratti assicurativi in questione. In tutto le parti civili ammesse al processo sono 2.800, compresa Banca d’Italia e il Comune di Jesi.

La vecchia Banca Marche in liquidazione resta responsabile civile, nonostante la richiesta avanzata dall’avvocato Massimo Bassi di uscire dal procedimento: il legale, che rappresenta il commissario liquidatore Bruno Inzitari, ha fatto presente che la vecchia Bdm non è in grado di soddisfare le parti civili, perché insolvente e anzi indebitata per oltre un miliardo di euro.

L’udienza è stata aggiornata al 27 febbraio, quando cominceranno a prendere la parola le difese, dopo le requisitorie dei sostituti procuratori: del pool di magistrati fanno parte Serena Bizzarri, Andrea Laurino e Marco Pucilli. Alcuni degli imputati avrebbero già manifestato l’intenzione di chiedere il rito abbreviato e in quel caso la sentenza (di assoluzione o condanna) arriverà in udienza preliminare.