di Andrea Fiano "Questi sono i gol che si segnavano da piccoli". Un concentrato di istinto e tecnica. Il senso del calcio in una giocata. Lo ha spiegato così mister Gianluca Colavitto a Edoardo Iannoni lo slalom gigante e il tocco sotto per sigillare la cinquina dell’Ancona Matelica a Pontedera con un gol bellissimo. Perché chiunque abbia mai aspirato a diventare calciatore, avrà sognato di dribblare tutti gli avversari e depositare la palla in rete, magari nel cortile dei palazzi, lungo le strade, in ogni spiazzo in cui con gli amici da piccolini si poteva giocare. Iannoni ha riassunto festeggiando il suo personale secondo centro in campionato dopo quello realizzato a Viterbo, il terzo in stagione contando anche il gol partita ad Avellino in Coppa Italia. Iannoni, però ce la deve raccontare quell’azione. Com’è nata? "Non era pensata all’inizio, ho riconquistato palla sulla trequarti e col primo stop ho preso velocità, poi mi sono detto che dovevo puntare tutti. Diciamo che ho buona gamba, che questa azione ce l’ho nel dna. Ho provato a sfondare e sono stato fortunato, che ho trovato messi male i difensori del Pontedera". In quali percentuali ci sono stati istinto e tecnica? "C’è tanto istinto, la fantasia che viene spontanea in quel momento. Il cambio di passo l’ho sviluppato nell’ultimo periodo, prima non lo avevo, da giovane non mi venivano queste azioni". Esordio in Coppa ad Avellino a settembre, tre giorni dopo quello da titolare in campionato. Un girone intero più tardi lei si è preso l’Ancona Matelica: quanto è cresciuto? "Soprattutto a livello mentale, perché uno le qualità le ha, ma da quando prendi confidenza col campo e senti la fiducia dell’alternatore allora si iniziano a fare belle cose e tutto diventa più semplice. Ho acquisito più sicurezza, poi il resto lo si migliora in allenamento; tanto minutaggio dà ...
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