Scoramento, rabbia e frustrazione: c’è un po’ di tutto nello stato d’animo dei tifosi dell’Ancona, che mai (almeno fino a pochi mesi fa), avrebbero immaginato un finale di stagione così travagliato, fatto di risultati negativi ma soprattutto di prestazioni deficitarie. In questo caso i social network rappresentano il barometro perfetto per misurare il grado d’insoddisfazione dei supporters dorici: a finire nel mirino della critica è la squadra, accusata di scarso impegno, ma soprattutto il tecnico Colavitto, da molti non ritenuto all’altezza di allenare squadre che lottano per grandi traguardi. Emblematico è in questo senso il commento postato da Walter Caporelli sul gruppo Facebook ‘Ancona Se Ne Parla’, principale luogo di aggregazione online del tifo anconetano: "E’ conveniente insistere con questo mister fino alla fine della stagione quando con un cambio potremmo capire meglio le potenzialità di questa squadra? Tenere Colavitto a tutti i costi mi sembra accanimento terapeutico". Gli fa eco Gianandrea Palmucci: "E’ fin troppo evidente che all’interno dello spogliatoio si sia rotto qualcosa. Noi tutti ad un certo punti ci eravamo illusi che avremmo visto un finale di campionato esaltante, abbiamo sognato la B ad occhi aperti . Detto questo, ritengo che Colavitto, ora o a fine stagione, deve lasciare Ancona, ma comunque lo ringrazio, perché a tratti ci ha fatto sognare". Meno drastico e più diplomatico è invece Eros Giardini, presidente dei CUBA (Clubs Uniti Biancorossi Ancona), che nonostante la debacle di Alessandria guarda con moderata fiducia a queste ultime partite: "Io penso che il calcio sia una delle aziende più difficili da gestire. Accadono cose imponderabili, difficili da capire. La squadra in questo momento non c’è, è evidente e andare alla ricerca delle ragioni rimane per me difficile da capire. Ma il mio inguaribile ottimismo, mi dice che abbiamo ancora dei playoff da affrontare, una nuova fase in cui può accadere tutto. Capisco la deflagrazione mediatica nei confronti del mister, ci sta. Ma cambiare la guida a due giornate dalla fine del campionato sarebbe controproducente. Io credo ancora nella possibilità di risorgere". Lucida e razionale è anche l’analisi di Paolino Giampaoli che, pur evidenziando gli attuali limiti di questa squadra, non perde quel barlume di speranza: "Nemmeno io mi spiego questo crollo verticale che c’è stato da febbraio. Ci si aspettava di più dai nuovi arrivati a gennaio: Melchiorri ha fatto sicuramente la differenza nelle prime uscite, ma ora sta giocando secondo me fuori posizione. Forse sarebbe il caso di tornare al 3-5-2. Un cambio di allenatore? In questo momento credo che non serva a nulla, bisognerebbe piuttosto dare una bella scossa ai giocatori, che devono capire la storia della maglia che indossano. Io credo in Colavitto e mi auguro che rimanga fino alla fine"..
Gianmarco Minossi