Aggressione in carcere con una lametta: sambenedettese nei guai

Un 24enne sambenedettese è stato arrestato per lesioni personali, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Aveva lanciato un pallone con due smartphone e 4 microtelefoni all'interno del carcere di Teramo. Il giudice ha convalidato l'arresto e confermato la carcerazione.

E’ finito ancora nei guai un 24enne sambenedettese arrestato giovedì per lesioni personali, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, reati che avrebbe commesso nel carcere di Viterbo dove era già detenuto. L’aggressione sarebbe avvenuta tramite l’utilizzo di una lametta da barba con la quale il ragazzo ha aggredito e sfregiato un agente di polizia penitenziaria. Il 24enne, difeso dall’avvocato Gramenzi, è rinchiuso nella casa circondariale laziale da agosto scorso per fatti di estorsione e rapina commessi fra le province di Ascoli e Teramo. Ieri il giudice ha convalidato l’arresto e confermato la carcerazione. In precedenza la Procura di Ascoli ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio a suo carico per aver lanciato un pallone all’interno del carcere di Teramo dove era detenuto il padre, un tunisino ripetutamente balzato agli onori delle cronache anche per le minacce ad un giudice del tribunale di Ascoli e per una clamorosa fuga dagli arresti domiciliari. Quello lanciato dentro al carcere teramano di Castrogno non era infatti un pallone qualsiasi. All’interno della sfera di cuoio c’erano infatti due smartphone e 4 microtelefoni dotati di carica batterie e auricolari. Il pallone era stato quindi scucito, vi erano stai messi dentro gli apparecchi elettronici e poi ricucito. Il 25 agosto 2022 è stato lanciato con un calcio ben assestato all’interno del carcere di Teramo, nel campo di calcio. A ritrovarlo per primi sono però stati gli agenti della polizia penitenziaria e non i detenuti impegnati in una partitella.