
Ascoli, 22 dicembre 2024 – Ha massacrato di botte la moglie fino a ucciderla, poi si è steso al suo fianco dopo averla rivestita e si è tagliato ad un braccio con un coltello. Solo molte ore dopo ha dato l’allarme telefonando ai suoi genitori che a loro volta hanno contattato i carabinieri. E’ la ricostruzione di quanto avvenuto la notte fra mercoledì e giovedì scorsi nell’abitazione di Ripaberarda dove Massimo Malavolta ha assassinato la moglie Emanuela Massicci, colpendola ripetutamente e con inaudita violenza a mani nude.

Le ha procurato anche alcuni tagli, ma in questo caso si è trattato di ferite superficiali, non mortali. Il decesso è stato causato dalle botte. E’ grazie alla ricognizione cadaverica effettuata dal medico legale giovedì mattina che la Procura ha ricostruito i fatti di quella spaventosa mattina andando a ritroso nel tempo.
Alle 5,32 di giovedì 19 dicembre al numero delle emergenze 112 è giunta la telefonata del padre di Massimo Malavolta che ha riferito di una chiamata ricevuta pochi istanti prima dal figlio.
Al telefono aveva risposto la madre dell’operaio: “Emanuela non respira più” sono state le drammatiche parole pronunciate dal 48enne. Sul posto si sono immediatamente recati i carabinieri del nucleo operativo radiomobile.
Sono stati i due figli piccoli della coppia ad aprire la porta d’ingresso; è stata poi forzata la porta della camera da letto (chiusa a chiave dall’interno). Malavolta era seduto sul letto matrimoniale, in stato di semi incoscienza da possibile shock emorragico, probabilmente per il sangue perduto in abbondanza dopo essersi tagliato all’avambraccio sinistro.

Aveva ancora in mano il coltello che i militari gli hanno subito tolto. Malavolta nel frattempo aveva invitato i sanitari ad uscire dalla stanza e chiudere la porta. Emanuela Massicci era stesa al suo fianco ormai priva di vita, come accertato dai sanitari del 118.
La donna presentava ecchimosi al volto e ipotermia cutanea, segno che era morta già da alcune ore. Sul punto hanno compiuto in mattinata accertamenti i medici legali Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti durante la ricognizione cadaverica.
Hanno innanzitutto verificato le tante tumefazioni e i tagli in varie parti del corpo della maestra. Constatato il rigor mortis ormai completo, la morte è stata collocata dai medici legali a circa 7 ore prima dell’ispezione cadaverica.
Per cui l’ipotesi è che Malavolta abbia aggredito e picchiato con estrema violenza la moglie fra l’una e le due di notte, mentre i figli erano nella loro camera da letto.
La Tac ha evidenziato numerose fratture sul corpo di Emanuela: al naso, a sette costole, all’ulna sinistra. La donna deve aver provato a difendersi visto che vi sono segni di “afferramento da mano”.
Dopo l’omicidio Malavolta ha rivestito o comunque messo in ordine sua moglie. Un’attenzione della quale, purtroppo, la povera donna non aveva più bisogno.