Ascoli, insetto killer? Forse no. Ancora giallo sulla morte di Filiaggi

L’autopsia non ha chiarito le cause della tragedia

Bruno Filiaggi

Bruno Filiaggi

Ascoli, 23 aprile 2018 - Sono ancora avvolte nel mistero le cause che hanno provocato il decesso di Bruno Filiaggi, il venarottese morto lunedì scorso dopo due giorni di ricovero. L’uomo, 59 anni, il sabato precedente si trovava in campagna, a Porchiano, a raccogliere degli asparagi, quando intorno alle 16 ha iniziato a sentirsi male, presumibilmente in seguito alla puntura di un insetto.

Ma dal risultato parziale dell’autopsia che è stata effettuata martedì, non sarebbero emersi elementi certi per poter affermare che alla base di tutto ci sia il veleno di imenotteri. Alcune lesioni interne che sono state riscontrate nel corpo del 59enne sono poco compatibili con uno shock anafilattico. E’ pur vero che il paziente ha trascorso comunque due giorni in gravi condizioni, ricoverato nel reparto di Rianimazione, quindi nel frattempo possono essere subentrate situazioni che hanno alterato l’iniziale stato degli organi, e dunque potrebbe essere più difficile comprendere le varie fasi che si sono succedute.

Nel corso dell’esame autoptico, sono stati eseguiti anche accertamenti tossicologici, come da procedura, ma per avere risultati bisognerà attendere. Subito dopo l’arrivo dei soccorsi e durante le operazioni di rianimazione, sul corpo dell’uomo non sarebbero state riscontrate lesioni da puntura di imenottero o da morso di serpente. Dunque c’è un grosso punto interrogativo su che cosa possa aver originato il decesso. Lo stesso 59enne avrebbe riferito alla prima persona con la quale ha parlato appena ha iniziato a sentirsi male, di aver appoggiato le mani a terra, forse per spostare una pietra, e di aver accusato un fastidio, probabilmente in seguito alla puntura o al morso di un animale.

Subito dopo essere stato trasportato in ospedale, Filiaggi è stato sottoposto a terapie specifiche per proteggere le vie respiratorie, ma non ha risposto ad alcuna terapia. Quello che sembra certo è che ci sia stato un cedimento irreversibile delle difese immunitarie. E per questo tutti gli elementi in un primo momento hanno fatto pensare a uno shock anafilattico provocato da una reazione allergica al veleno di insetto o al limite, ipotesi in un primo momento giudicata più remota, di vipera. Ma dai primi riscontri non sembra possibile poterlo affermare con certezza, o comunque non sarebbero emersi segni univoci che possano portare in una direzione anziché in un’altra.

d. c.