Caso Picenambiente, la società rimane ‘mista’

Per almeno un altro anno non sarà qualificata ‘a controllo pubblico’. Possibile nuova frattura in maggioranza, in particolare in Rivoluzione Civica

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Picenambiente, la società non sarà qualificata ‘a controllo pubblico’ per almeno un altro anno. È questo lo scenario che si profila, in base al lavoro che gli uffici comunali stanno facendo, monitorati da alcuni consiglieri di maggioranza, per redigere la nuova ricognizione annuale delle società partecipate. Nel documento, che verrà discusso e approvato nel consiglio di questo mese, la società che si occupa della gestione dei rifiuti non verrà inserita nel novero degli enti controllati dalla pubblica amministrazione. È quasi certo, invece, che i tecnici incaricati optino per una scelta intermedia, mettendo nero su bianco che il comune rivierasco, alla luce dei pronunciamenti della Corte dei Conti e dell’Anac, nonché della sentenza emanata dal Tar Marche nel 2019, ha avviato un’istruttoria per valutare la possibilità di qualificare la Picenambiente a controllo pubblico. Una strada che, se intrapresa, difficilmente potrà portare da qualche parte. Almeno non nel 2023, anno nel quale rimarrà in vigore l’attuale denominazione attribuita alla società: insomma, se accadrà qualcosa, sarà nel dicembre dell’anno prossimo, ma è improbabile che l’amministrazione possa cambiare idea, visto quanto si sta decidendo in questi giorni.

E se una decisione del genere dovesse essere presa, ci sarebbe da aspettarsi una nuova frattura in maggioranza. In particolare all’interno di Rivoluzione Civica, lista che già si è spaccata nell’ultimo consiglio comunale, durante la votazione di alcune variazioni al bilancio: circostanza nella quale la consigliera Luciana Barlocci ha espresso voto sfavorevole, al contrario del capogruppo Simone De Vecchis, che invece ha dato il proprio placet pur manifestando perplessità. È possibile, insomma, che uno scenario del genere possa ripetersi da qui a qualche settimana, anche se su tutt’altro argomento.

A quel punto, con un eventuale secondo voto sfavorevole, a Barlocci rimarrebbe ben poco da fare, se non interpretare l’outsider di maggioranza, oppure entrare ufficialmente in minoranza, come fatto poco tempo fa da Giorgio De Vecchis, fuoriuscito da San Benedetto Viva. E per il momento il sindaco Spazzafumo rimarrebbe saldamente in sella, potendo contare ancora su una scuderia di 14 consiglieri. Ma si sa: più una maggioranza si assottiglia, più ogni elemento che la compone vede aumentare il proprio peso specifico. In una situazione del genere, gli equilibri costruiti devono continuamente essere rimodulati a seconda del bisogno contingente.

Giuseppe Di Marco