Cigl e Cisl contro l’Ast:: "Radiologi dimezzati e attese per i pazienti"

I sindacati denunciano la grave carenza di personale nelle strutture sanitarie del Piceno, con tempi di attesa raddoppiati e rischio clinico aumentato. La decisione dell'Azienda sanitaria di ridurre il personale notturno mette a rischio la salute dei cittadini.

"Chi effettuerà le prestazioni ai cittadini del Piceno se l’Azienda sanitaria non ha nemmeno il personale per poter aprire le diagnostiche?". E’ la domanda, retorica, scaturita al termine dell’assemblea sindacale dei tecnici di Radiologia degli ospedali di Ascoli e San Benedetto. "Dal 22 aprile scorso, giorno in cui la direzione ha applicato la riorganizzazione ovvero il taglio del personale notturno, i tempi di attesa notturni per le prestazioni diagnostiche di entrambi gli stabilimenti sono raddoppiati. Se infatti già in tempi non sospetti lamentavamo– affermano Cgil e Cisl – una carenza di personale tale (circa 10 unità) da non consentire la piena attività, oggi, con il dimezzamento dei tecnici di radiologia nel turno notturno, la situazione è degenerata. Non solo per i tempi di attesa a cui i pazienti sono costretti, ma soprattutto per l’impennata del rischio clinico a cui vanno incontro. Non potrebbe d’altronde essere altrimenti, considerando che le prestazioni richieste dal pronto soccorso, dalla sala operatoria o per l’interventistica e l’emodinamica sono spesso salvavita e vanno erogate in tempi brevissimi onde evitare conseguenze drammatiche per gli assistiti". I sindacati ricordano che è stato soppresso il secondo reperibile, portando i livelli di assistenza a condizioni addirittura peggiori di quelle prima del covid.

"Non solo infatti l’Azienda ha ritenuto di ridurre il personale, ma ha anche previsto una nuova procedura per l’attivazione del reperibile: secondo le nuove istruzioni, il secondo tecnico potrebbe essere attivato, per una Tac, solo dal quinto paziente in poi il che, in base alla natura degli esami da svolgere, potrebbe tradursi anche in cinque ore di attesa. La decisione assunta dall’Ast – concludono Cgil e Cisl – sembra priva di una qualsivoglia motivazione rispetto al servizio che deve ai nostri concittadini, se non quella di risparmiare al massimo sulla spesa del personale".