Coronavirus Ascoli Piceno, il Servizio d'igiene "Medici pronti in caso di allarme"

Claudio Angelini: "Stiamo cercando di preparaci nell’eventualità di un’emergenza di polmoniti. Attivate le disponibilità notturne dei nostri professionisti"

Una ragazza con la mascherina

Una ragazza con la mascherina

Ascoli Piceno, 1 febbraio 2020 - Occhi puntati sul Coronavirus, il virus di Wuhan, città della Cina centrale, che sta spaventando il mondo intero e per il quale si sta diffondendo una vera e propria psicosi anche nel Piceno. In Italia non si può parlare di emergenza, ma di allerta, però, sì.

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Ed è per questo motivo che la Regione, l’Asur e la protezione civile hanno istituto una task force per essere preparati nel caso in cui si rendesse necessario fronteggiare eventuali casi nelle Marche. Il tutto passa per le competenze tecniche del Gores, ovvero del Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie, tavolo tecnico che l’esecutivo di palazzo Raffaello ha scelto da tempo di costituire per dare risposte tempestive alle emergenze sanitarie, tramite l’interfaccia tra operatori sanitari esperti e protezione civile regionale. Referente per l’Area vasta 5 è il direttore del Servizio igiene e sanità pubblica Claudio Angelini.

"Stiamo cercando di preparaci – dice – nell’eventualità di un’emergenza di polmoniti da Coronavirus e da parte del Sisp sono state attivate le disponibilità notturne e effettive dei nostri medici dalle 20 alle 8. Sono stati scelti i medici del Servizio igiene e sanità pubblica perché hanno conoscenza delle malattie infettive e sanno cosa fare per mettere in atto tutti gli interventi che si dovessero rendere necessari".

Angelini spiega come in Italia si può parlare al momento solo di allerta, e non di emergenza da un punto di vista epidemiologico. "Il Coronavirus – prosegue – ha una capacità di diffondersi pari a 2, nel senso che il malato potrebbe contagiare due persone vicine. Facendo un paragone con il morbillo, per esempio, quest’ultima ne ha una pari a 18/20. Ma bisogna tenere conto del fatto che mentre la persona con morbillo non contagia se ne ha vicina una vaccinata, per il Coronavirus, invece, non essendoci ancora il vaccino, la capacità di contagio pari a 2 è effettiva. Bisogna, però, dire anche che un’epidemia si sviluppa e si mantiene quando l’indice di contagiosità supera 1. L’unica soluzione, dunque, in questi casi è l’isolamento. Inoltre, nel caso del Coronavirus le persone possono infettare anche nella fase di latenza della malattia e questo è un problema. Ma anche se la sintomatologia è simile a quella dell’influenza (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie ndr), perché si possa sospettare si tratti di un caso di Coranavirus il Ministero della salute, il 27 gennaio scorso, ha mandato una circolare che definisce i casi sospetti, probabili e i casi. Deve sussistere una condizione clinica, ma anche una epidemiologica, ovvero il viaggio in una delle regioni della Cina dove è presente la malattia. Se quest’ultima non c’è, è influenza".