REDAZIONE ASCOLI

Di corsa sull’Etna con i colori dell’Avis

Alessio Marinelli, 49 anni, ha affrontato la Etna extreme, gara di corsa alle pendici del vulcano.

Alessio Marinelli, 49 anni, atleta dell’Asd Atletica Avis San Benedetto, davanti al cartello della competizione

Alessio Marinelli, 49 anni, atleta dell’Asd Atletica Avis San Benedetto, davanti al cartello della competizione

Una gara emozionante per quanto estrema, quale la Etna Extreme – 100 km del Vulcano, la seconda 100 km su strada più dura di Europa, la prima è Asolo, con 150 mt di dislivello maggiore: è quella che il primo settembre ha impegnato Alessio Marinelli, 49 anni, atleta dell’Asd Atletica Avis San Benedetto. Si tratta di una corsa dura, ma affascinante, che offre l’opportunità di correre l’intero giro intorno all’Etna, salendo in quota in ambienti unici e meravigliosi, tra fitti boschi, antiche colate laviche, e crateri spenti con un dislivello di 2.450 metri. Marinelli si è posizionato al 52° posto, su 75 (in 62 sono arrivati al traguardo), con un tempo gara di tutto rispetto di 18 ore (il vincitore ha impiegato quasi 10 ore).

Alessio, ci racconta da cosa parte la sua passione per la corsa?

"Ho iniziato a correre circa 6/7 anni fa: la corsa all’inizio su strada in montagna era nata dal fatto che mia moglie attendeva un figlio e non avendo tempo per la mia passione, l’alpinismo di rischio, ho scelto lì altra strada, la corsa appunto. Successivamente ho iniziato con corse anche da 100 km. Mentre due anni fa ho preso la certificazione di coach di secondo livello di corsa in montagna, che è tornata ad essere la mia passione".

Si tratta di una gara che mette seriamente a dura prova il fisico e la mente anche di un atleta come lei, che da sempre è stato affascinato dalle extreme-race?

"L’ho effettuata alternando necessariamente momenti di riposo e camminata per un tempo totale di 18 ore, ho sopportato fatica, sonno, stanchezza e fame. Si tratta di una gara su strada e poi gli ultimi dieci-dodici chilometri sono su percorso di montagna. Non ho trovato difficoltà, praticando sport estremi di montagna sono abituato alla gestione del rischio dello stress, del freddo, della fame: le difficoltà che ho avuto sono dovute al fatto che ero reduce da un intervento all’intestino, avvenuto a febbraio. Quindi è stata una gara per mettermi alla prova, che ho tirato su in pochissimo tempo, perchè ho iniziato solo a giugno ad allenarmi, poco dopo aver partecipato ad altre gare di minore impegno".

Quale tipo di allenamento occorre per raggiungere questo tipo di traguardo?

"Corro tutti i giorni a San Benedetto, ma preferisco la montagna, dove vado almeno una volta alla settimana, inoltre una ulteriore su pista al campo di atletica. Per il risultato ottenuto sono stato contento a livello personale, perché sono riuscito a terminare la gara, e non era così scontato. Per me è stato un trampolino di lancio, in quanto sono tornato a fare delle gare abbastanza complesse"".

Ha trasmesso la sua passione per la montagna ai suoi figli?

"La mia primogenita, 9 anni, ha cominciato ad arrampicare e sembra che le piaccia".

Stefania Mezzina