Digitale e pericoli

Una dipendenza che coinvolge bimbi e adolescenti

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di Adriano Sacripanti*

Oltre alle dipendenze da alcol e droga se ne sta aggiungendo una terza ancora più grave e subdola perché coinvolge bambini e adolescenti: l’utilizzo capillare del digitale (smartphone e computer) nelle relazioni umane. Secondo uno studio recente è emerso un dato sconcertante che in media si tocca lo smartphone 2600 volte al giorno. In 16 ore di veglia, se ne dormono 8 ore al giorno, lo si tocca 2,7 volte al minuto. I ragazzi arrivano a picchi più alti. Una vera o propria dipendenza. Dato allarmante, peraltro sottovalutato, l’età del possesso del cellulare è diminuita moltissimo. Tra 8 e 10 anni l’utilizzo medio dei dispositivi è di circa 7 ore al giorno, che sale a 12 ore tra 11 e 14 anni. Troppo spesso si assiste al pianto disperato, inconsolabile del bambino cui viene tolto il tablet di mano: questo è il sintomo, sostengono gli psicologi, di una privazione di qualcosa da cui si è già dipendenti. Nessuno vuole negare il progresso. Tutti utilizzano il digitale, ma occorre giudizio. Invece di tenere il cellulare costantemente attaccato all’orecchio, si può utilizzare il vivavoce.

Gli uomini non dovrebbero tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni perché le frequenze elettromagnetiche possono alterare il corretto sviluppo degli spermatozoi e quindi la fertilità. Fatto trascurato, ma di primaria importanza, riguarda l’utilizzo del cellulare quando si cammina, che modifica la postura eretta della colonna vertebrale, poiché tende a far stare il soggetto più curvo e in posizione di chiusura di spalle e torace, non consentendo, specie nei ragazzi, una respirazione corretta. La maggior parte dei giovani utilizza lo smartphone e il computer in orario serale. Ciò è dannoso per diversi motivi. Intanto perché si sposta le ore del sonno, anche sino alle due di notte, alterando il ciclo sonno-veglia con sintomi anche gravi come stanchezza diurna, alterazione della vista, dell’appetito e mal di testa. Tutti effetti che stanno aumentando rapidamente soprattutto nei bambini.

Poi c’è l’effetto strettamente legato alla luce emessa dallo schermo che è dominato dal blu, che tende ad attivare il cervello come se fosse giorno pieno. Viene quindi inibita la produzione di melatonina e di conseguenza la possibilità del sonno corretto. Ma il problema della melatonina, come molti studi evidenziano, non riguarda solo il sonno. Viene infatti inibita anche la produzione del GH, l’ormone della crescita prodotto dalla ghiandola pituitaria o ipofisi. La secrezione viene alterata. I ragazzi che dormono poco hanno più probabilità di andare incontro ai disturbi dell’umore. Studi americani indicano che negli adolescenti i sintomi depressivi sono aumentati del 52 per cento e che il 70 per cento ha lamentato forte stress.

* presidente provinciale

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