"Dovrò spegnere l’illuminazione"

Migration

"La situazione relativa al caro bollette sta diventando delicata quasi come l’emergenza terremoto e la pandemia". Parole di Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta, uno tra i borghi del Piceno che hanno pagato a caro prezzo le conseguenze del sisma di sei anni fa e uno tra i sindaci, va ammesso, che solitamente non le manda a dire. Al Comune termale, infatti, sono arrivate bollette quasi triplicate e non è escluso che nelle prossime settimane non vengano prese decisioni drastiche. "Quest’anno ho approvato un bilancio con il 40 per cento in meno di soldi a disposizione, perché quella quota è stata bloccata dal dirigente dell’area tributi per sopperire al pagamento delle bollette – spiega Stangoni –. E questa è una cosa assurda. Una stessa bolletta, ad esempio, è aumentata fino al 70 per cento, a parità di consumi, con l’anno scorso. Di questo passo, dovrò cominciare a spegnere l’illuminazione pubblica, soprattutto nelle piccole frazioni. E sono dispiaciuto, perché ci sono piccoli paesini, sul nostro territorio, distrutti dal terremoto e nei quali quei piccoli lampioni rappresentano un segnale di speranza. Le luci sono un simbolo, un modo di far capire a tutti che quella frazione non morirà. Ma, con queste bollette, dovremo cominciare a spegnerle". Stangoni, poi, chiede un intervento urgente al Governo. "Parliamoci chiaramente – attacca infatti il sindaco di Acquasanta –. Il carobollette non è una calamità naturale e gli aumenti non arrivano da soli ma sono sempre frutto di alcune decisioni che sono state prese. Quindi, qualcuno ci deve mettere mano, tornando sui suoi passi. Paghiamo le conseguenze di decisioni sbagliate. Ed è indispensabile che si trovi una soluzione nell’immediato e che si incentivino i Comuni ad usare energie rinnovabili. Si fa fatica a mantenere le attività sui territori. Proprio quelle attività che hanno sofferto le conseguenze del terremoto e del covid, ma non hanno mai mollato. Adesso, però, non ce la fanno più. L’altra mattina, ad esempio, si è presentato da me il proprietario di un negozio che vende olive all’ascolana e altre tipicità dicendo che riesce più a resistere. Prima pagava una bolletta da 500 euro, ora il costo è salito a 1.300 euro. La macelleria, invece, è passata dal pagare diecimila euro di luce fino a 14mila".

m.p.