Ecco il piano B per gestire l’emergenza

Ci sono venti posti letto nel nuovo reparto realizzato grazie ai privati. D’Emilio spiega: "Cosa è cambiato rispetto a marzo"

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Aumentano i ricoveri per complicanze da Covid-19 tra i positivi del Piceno con diagnosi di polmonite bilaterale. La definisce una ‘marea montante’ il direttore dell’unità operativa complessa di pneumologia del ‘Mazzoni’, Vittorio D’Emilio, che non nasconde la sua preoccupazione per la velocità con la quale stanno crescendo i casi che necessitano di ospedalizzazione. "Da uno a settimana – dice il primario – siamo passati a due, fino ad arrivare in poco tempo, ad Ascoli, a 8 al giorno come ieri (giovedì ndr). Direi che i numeri stanno diventando eccessivamente alti".

D’Emilio, in prima linea già dall’inizio dell’emergenza quando il suo reparto venne trasferito nell’ospedale di San Benedetto convertito in Covid, parla di una situazione addirittura peggiore rispetto a quella registratasi nei mesi di marzo e aprile. "Le complicanze del Covid – continua – sono uguali a quelle che si sono manifestate all’inizio della pandemia, con la differenza che oggi, rispetto a marzo, ci sono molti più positivi nel nostro territorio con polmonite bilaterale". E alla domanda di come mai ci siano però meno ricoveri in terapia intensiva, il direttore della pneumologia dell’Area vasta 5 risponde: "perché facciamo prima la diagnosi, interveniamo prima. I tamponi vengono effettuati già sui contatti dei positivi, c’è un lavoro sul territorio molto più importante, oltreché un ricorso più precoce al Pronto soccorso. Nella polmonite, così come in tutte le malattie, prima si interviene e migliore è la risposta. Dunque, ritengo che ci siano meno ricoveri nelle terapie intensive solo per una questione di tempistica". Da quando i casi nella provincia sono aumentati, il reparto di pneumologia così come i rianimatori del ‘Mazzoni’ stanno collaborando giornalmente con il Pronto soccorso.

"Sto passando le mie giornate al Pronto soccorso – dice ancora D’Emilio – e purtroppo poco fa abbiamo intubato un paziente positivo di 74 anni che fino a ieri sera (giovedì sera ndr) era stabile, ma che poi si è aggravato con una polmonite molto brutta. Sarà trasferito nella terapia intensiva di Ancona. Il percorso nel Pronto soccorso di Ascoli, studiato dal primario Gianfilippo Renzi, è molto ben strutturato. A chi arriva già con la diagnosi di positività al Sars-Cov-2 viene fatta la tac e l’emogas. Fortunatamente, però, ci sono anche tante dimissioni, circa il 30-40% di quelli con polmonite bilaterale lo affidiamo alle Usca (le Unità speciali di continuità assistenziali istituite dalla Regione all’inizio della pandemia ndr) e in caso di aggravamento tornano in ospedale". D’Emilio e la sua equipe, se non ci sarà un’inversione di rotta, tra qualche giorno potrebbero trasferirsi nella palazzina sopra il trasfusionale dove sono stati allestiti 20 posti letto di malattie infettive e sub intensiva.

Proprio ieri mattina la direzione dell’Area vasta 5 ha fatto effettuare un sopralluogo nel nuovo reparto che, ricordiamo, fu fatto realizzare in tempi record all’inizio dell’emergenza sanitaria grazie al contributo di sponsor privati. "Ci stiamo organizzando – conclude il direttore Cesare Milani – per aprirlo nel giro di un paio di giorni. I posti negli altri ospedali delle Marche stanno terminando e dunque non abbiamo scelta, e speriamo che siano sufficienti questi 20 posti letto".

Lorenza Cappelli