Ascoli, maxi evasione da 15 milioni di euro. Denunciato imprenditore

La Guardia di Finanza stana tre società che avevano domicilio fittizio in Bulgaria e negli Emirati Arabi: l'uomo rischia fino a 6 anni e mezzo di carcere

Tre società nel mirino

Tre società nel mirino

Ascoli Piceno (Ancona), 29 gennaio 2020 - Residenza fiscale di tre aziende in Bulgaria ed Emirati Arabi, in realtà gestite ad Ascoli Piceno, la guardia di Finanza stana un imprenditore 62enne che avrebbe evaso qualcosa come 15 milioni di euro. È una vicenda di cosiddetta “Esterovestizione” quella scoperta dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, che ha portato alla denuncia di un imprenditore ascolano per “omessa dichiarazione” e “occultamento o distruzione di documenti contabili”. Reati per cui è prevista la reclusione da 18 mesi a 4 anni e da un anno e 6 anni e mezzo. La denuncia riguarda la gestione di tre società, tutte esercenti l’attività del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, che, stante il quadro delle indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, hanno determinato un’evasione fiscale, in più comparti impositivi, per 15 milioni di euro.

Bulgaria ed Emirati Arabi i Paesi “prescelti”: qui l’imprenditore, amministratore delle suddette imprese, aveva localizzato la loro residenza fiscale che, a seguito dei mirati approfondimenti investigativi condotti dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Ascoli, si è rivelata del tutto fittizia e finalizzata al solo conseguimento di indebiti vantaggi discendenti dai regimi di tassazione più vantaggiosi rispetto a quelli nazionali, garantiti dai cosiddetti “Paesi a fiscalità privilegiata”.

Il blitz
Il blitz

L’imprenditore ascolano, tramite le società estere appositamente costituite, acquistava prodotti alimentari da note aziende italiane, facendoli risultare cartolarmente transitati fuori dall’Italia e rivenduti poi sul territorio nazionale senza l'applicazione dell'Iva e, conseguentemente, a prezzi alquanto concorrenziali, a pregiudizio degli operatori onesti di categoria. L’acquisizione della copiosa documentazione amministrativa ha consentito alle Fiamme Gialle di individuare gli elementi idonei a riconoscere un’avvenuta “esterovestizione” di tutte e tre le società che, pur avendo una formale sede al di fuori del territorio nazionale, venivano, di fatto, gestite ed amministrate ad Ascoli Piceno.