Il faro, simbolo della città: "Visitabile previa richiesta"

Il comandante Spagnuolo: "Non dai singoli ma da associazioni e scolaresche". E per il nautofono fuori uso: "Siamo al lavoro con i tecnici"

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I fari che indicano la rotta ai naviganti hanno avuto sempre il loro fascino, una sorta di magia e non solo quelli della Bretagna raccontati dalla scrittrice Susy Zappa. Anche il faro di San Benedetto, alla fine del centralissimo viale Secondo Moretti,è tra i simboli della città. Tra le cose che incuriosiscono residenti e villeggianti, le tabelle sulla recinzione di "Zona militare, divieto d’accesso". C’è capitato di ascoltare un ragazzino che, passando accanto al faro, diceva alla madre di parlare piano perché non si poteva disturbare, trovandosi in zona militare. I turisti vorrebbero visitare il faro, sapere se gli alloggi nella casa accanto alla torre del faro possono essere abitati. Insomma sono molte le domande che i forestieri si pongono. Ne abbiamo parlato con il capitano di fregata Ferdinando Spagnuolo, comandante di Marifari dell’Adriatico da Venezia fino a San Benedetto. "Il servizio nazionale dei fari è sotto la gestione della Marina Militare, tramite gli organi e le autorità competenti. In Italia ci sono sei Marifari, divisi per zone, che fanno capo al comando logistico della Marina di sede a Napoli". Durante il giorno si vedono tante persone con il naso all’insù per ammirare il faro con la sua grande lanterna e domandarsi se è possibile fare una visita. "Il singolo cittadino no, ma per visite didattiche come scuole, associazioni, Comuni, Regioni, assolutamente si, ma dietro richiesta scritta che noi processiamo – aggiunge il comandante –. Se non ci sono impedimenti a livello di disponibilità di personale e logistiche, solitamente le accordiamo".

C’è anche chi chiede di poter soggiornare negli alloggi liberi della palazzina del faro. "Quegli alloggi sono riservati a personale della Marina Militare. Noi ad ogni modo ci occupiamo principalmente dell’efficienza della torre faro, della lanterna, dell’efficienza operativa del faro e del personale. Quando necessario anche delle manutenzioni da fare agli edifici. Quegli alloggi, comunque, non possono essere concessi a privati". C’è poi la questione del nautofono. A seguito di un guasto tecnico, non funziona più da diversi anni, ma ormai non rappresenta una priorità, date le moderne attrezzature. Gli amanti del mare, però, si sono dati da fare ed hanno raccolto 5 mila euro grazie all’impegno del marittimo Pietro Ricci, di "Nati in Adriatico", l’imprenditore Roberto Capocasa, il Bim e il giornalista Remo Croci. Apparato che ancora non si riesce a far ripartire. "Lo stiamo valutando coi tecnici per trovare una soluzioneper entrambi", la conclusione dell’Ufficiale.

Marcello Iezzi