Lavoratori poveri, la Cgil lancia la raccolta firme

Nel Piceno si stanno raccogliendo adesioni per un referendum popolare nel 2025 su quattro quesiti per migliorare le condizioni lavorative, inclusa la reintegrazione post-licenziamento e la lotta alla precarietà. La disparità di genere e la precarietà contrattuale sono tra le principali preoccupazioni.

‘Per il lavoro ci metto la firma’. Sono già oltre mille le adesioni raccolte nel Piceno per arrivare a proporre nel 2025 un referendum popolare fatto di quattro quesiti. Il primo riguarda la possibilità di dare a tutti i dipendenti il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Il secondo mira invece ad innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per chi opera in imprese con meno di 15 dipendenti. Il terzo è volto a superare la precarietà. Il quarto infine vuole rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti. Tutto questo sarà possibile abrogando alcune delle attuali normative che hanno generato un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone. "Oggi si è poveri anche lavorando – commenta Barbara Nicolai, segretaria Cgil Ascoli –, anche nel Piceno. Fino al 2022 i dati raccolti parlano di una retribuzione dei lavoratori dipendenti che si attesta attorno ai 26mila euro annui. Se li analizziamo bene c’è una disparità netta di genere che raggiunge anche quote di 6mila euro tra uomo e donna. Nel 2023 ci sono state tantissime assunzioni con contratti precari, a tempo determinato ed intermittenti. Questo impedisce a chiunque una visione futura stabile".

mas. mar.