Il furgone ha invaso la corsia: l’operaio già sospeso dal lavoro

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Verrà interrogato a inizio settimana il 45enne di Foggia arrestato con l’accusa di omicidio stradale per aver causato l’incidente nel quale giovedì sera ha perso la vita Federico Pietracci, 34 anni di Castel di Lama. L’uomo, un operaio edile per conto di una ditta campana impegnata in lavori in sette cantieri ad Ascoli, sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia. Il 45enne risiede con altri tre operai edili in una abitazione a Poggio di Bretta. Anche loro erano nel furgone guidato dal foggiano e sono rimasti leggermente feriti. La Procura gli contesta l’aggravante dell’alcol: al test dei carabinieri è risultato con un tasso alcolemico sei volte oltre la legge. Ma ad aggravare la sua già complicata posizione c’è anche il fatto che gli ulteriori accertamenti dei militari hanno portato alla conclusione che è stato il furgone ad invadere completamente la corsia nella quale viaggiava Pietracci, che era diretto a Castel di Lama. Gli operai stavano invece rientrando a Poggio di Bretta. La ditta per cui lavorano è convenzionata con un ristorante al centro di Ascoli. Il titolare ha già sospeso dal lavoro sia l’operaio arrestato, sia gli altri tre; vuole per altro capire perché per fare rientro a Poggio di Bretta hanno percorso un tragitto più lungo rispetto al transito per Monticelli e Brecciarolo. Al bivio per Poggio di Bretta sulla Salaria ci sono arrivati da Castel di Lama, col furgone della ditta. Una scelta che, in sé e per sé, non ha a che fare con la dinamica dell’incidente e con l’attribuzione di responsabilità penali in capo al conducente del mezzo che ha travolto Pietracci, scaraventandolo sotto una scarpata all’altezza del cancello ovest del Villaggio del Fanciullo; può averne però dal punto di vista disciplinare, in base alle norme interne alla ditta circa le modalità di utilizzo del furgone. Federico Pietracci è morto praticamente sul colpo; nulla hanno potuto per salvargli la vita i sanitari del 118 intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri.

Peppe Ercoli