Il futuro del Parco della Pace tra polo culturale e turismo

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Una nuova vita e un futuro dedicato alla memoria per l’ex campo profughi e prigionia di Servigliano, oggi Parco della Pace: è questo il destino che le istituzioni e i cittadini hanno pensato e voluto per questa struttura. Il fatto che l’ex campo abbia scritto un capitolo importante della storia del Novecento della provincia di Fermo e delle Marche era già noto, ma il riconoscimento a monumento nazionale ha aperto le porte a nuovi progetti. Nel Consiglio comunale aperto che si è tenuto ieri, nella sede della ‘Casa della Memoria’, la popolazione ha partecipato numerosa a partire dal sindaco Marco Rotoni, dal senatore Pd Francesco Verducci che si è speso per ottenere quest’importante riconoscimento attraverso un disegno di legge che porta la sua firma, fino al direttivo della ‘Casa della Memoria’ guidato dal presidente Giordano Viozzi. Fra gli ospiti anche Giovanni Issini il nuovo Soprintendente per la zona Marche sud. "Quella di oggi è l’occasione di riflettere su quanto di importante è stato fatto per l’ex campo di prigionia – spiega Rotoni – e soprattutto per quello che si farà da ora in avanti. Il riconoscimento a Monumento nazionale è qualcosa che ci riempie di grande responsabilità". Il senatore Francesco Verducci ha spostato l’attenzione sulla valenza che avrà il Monumento dell’ex campo di prigionia, che diverrà un luogo deputato alla salvaguardia della memoria da tramandare alla future generazioni. Non meno interessate la relazione di Issini e dell’amministrazione sullo stato di avanzamento dei lavori di recupero del campo: mercoledì saranno aperte le buste relative al bando per il recupero dell’ex baracca Cpg-59 di Servigliano, manufatto originale del campo che ospitava l’infermeria che sarà trasformata in polo culturale polifunzionale anche pere attività di ricerca; il recupero delle mura storiche del campo e infine la realizzazione di un percorso denominato ‘Itinerario Clementino’.

Alessio Carassai